PALERMO – Spaccio di droga, sequestro di persona a scopo di estorsione e lesioni personali aggravate. Le accuse erano pesanti, pesantissime sono le condanne inflitte con il rito abbreviato, dunque scontate di un terzo, dal giudice per l’udienza preliminare di Lirio Conti.
Su richiesta della Procura della Repubblica sono stati condannati a 20 anni ciascuno di carcere Francesco Lo Gelfo e Salvatore Sammartino del rione Vucciria, Pietro Presti della Kalsa e Vincenzo Di Giovanni dello Zen. Le difese preannunciano ricorso in appello. Il processo era iniziato davanti al Gup Simone Alecci trasferito al tribunale di sorveglianza alla vigilia del verdetto.
Crack e cocaina
Fu in vicolo dei Calzonai, alla Vucciria, nel contesto di una piazza di spaccio, che le indagini della squadra Mobile e del commissariato Centro scoprirono due storie di degrado e violenza in cui nel 2019 sarebbero incappati altrettanti consumatori di crack e cocaina. Erano arrivati nel quartiere storico palermitano dalla provincia per comprare la droga e finirono in un girone dantesco.
“Ti scanno”
Era stato invitato a fumare in una casa. I pusher lo avrebbero minacciato per costringerlo a comprarne altra. “Allora, ca fari…a fumari o no? Ti scannu a vastunati”, gli avrebbero detto mentre si facevano consegnare 100 euro in contanti per pagare altre dosi. Solo qualche ora dopo sarebbe stato liberato, fuggendo e trovando riparo in un’attività commerciale da cui ha lanciato l’allarme alla polizia. L’episodio è stato contestato a Lo Gelfo, Presti, Sammartino e Di Giovanni.
“Papà corri”
Qualche giorno dopo il secondo episodio. “Papà, corri…”, disse un ragazzo chiudendo aiuto al padre. Era andato a Ballarò per comprare il crack. Il pusher aveva finito le dosi e si era offerto di accompagnarlo alla Vucciria. Tappa: la casa in vicolo dei Calzolai. Qui avevano incontrato Piero, successivamente identificato in Piero Presti, che gli avrebbe venduto due dosi lanciate dal balcone da un uomo. Si tratterebbe di Salvatore Sammartano.
Francesco Lo Gelfo e Vincenzo Di Giovanni lo avrebbero avvicinato in strada e invitato a salire a casa per fumare insieme. Era una trappola. Il giovane si era ritrovato chiuso, derubato del cellulare, del portafogli e delle chiavi della macchina, minacciato con un grosso coltello da cucina, preso a calci e pugni.