PALERMO – Due anni con il beneficio della sospensione condizionale della pena. Il giudice monocratico Daniela Vascellaro ha condannato il poliziotto Battista Cono, alla guida della volante che nella notte del 9 giugno del 2017 investì e uccise Dario Farrauto, 30 anni, titolare del “Mod Cafè” di via Bara all’Olivella. Stava attraversando in sella sua Vespa e col semaforo verde l’incrocio tra via Sammartino e via Dante.
Cade l’accusa di falso
Cono è stato assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di avere falsificato la relazione di servizio. Scagionato da questa ipotesi di reato un altro poliziotto, Salvatore Giustiniani, che si trovava in macchina. Non doversi procedere nei confronti del solo Cono per mancanza di querela per le lesioni gravissime subite dall’amico in sella allo scooter con Ferrauto.
Ai familiari della vittima, parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Giuseppe Sceusa, è stata riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva di 300 mila euro.
La versione del poliziotto
Giustiniani, difeso dall’avvocato Giuseppa Lo Vasco, era imputato per avere falsificato la relazione di servizio dopo l’incidente in cui veniva scritto che Cono cercò di frenare in prossimità dell’incrocio. Giustiniani si è sempre difeso sostenendo che scrisse quel documento mentre era stravolto. Una perizia fatta eseguire dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Alfredo Gagliard fece emergere che la macchina della polizia non rallentò e impegnava una strada con il semaforo rosso.
Seconda la difesa di Cono, non solo la volante rallentò ma era impossibile vedere l’arrivo della Vespa ed evitare l’incidente. Sarebbe stato Ferrauto ad impattare contro la macchina della polizia e non viceversa.