VENEZIA – Gli agenti della guardia di finanza di Venezia hanno emesso 23 misure cautelari nell’ambito dell’inchiesta su una maxi-truffa all’Ue su fondi Pnrr. Di questi, 8 sono finiti in carcere e 14 agli arresti domiciliari. Gli agenti hanno eseguito perquisizioni in Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Lazio, Campania e Puglia, anche con l’ausilio di unità cinofile “cash dog”.
L’attività di frode è attribuita a un sodalizio criminale, con il coinvolgimento di vari prestanome e l’ausilio di 4 professionisti. In una prima fase l’attività fraudolenta ha riguardato progetti per decine di milioni di euro, finanziati con fondi del Pnrr ed erogati da Simest, società partecipata di Cassa depositi e prestiti, con l’obiettivo di sostenere le imprese italiane nel percorso di internazionalizzazione. Gli indagati in questo modo incassavano subito il 50% dei finanziamenti, per progetti che poi non avrebbero mai portato a termine.
Dalle indagini è emerso che l’organizzazione era esperta alla creazione di crediti inesistenti nel settore edilizio e per il sostegno alla capitalizzazione delle imprese, per circa 600 milioni di euro. Le successive attività hanno consentito di scoprire condotte di riciclaggio e autoriciclaggio dei profitti illeciti attraverso una rete di società fittizie costituite anche all’estero.
La ricostruzione dei flussi finanziari illeciti è stata possibile grazie agli approfondimenti svolti dai militari delle fiamme gialle su oltre 100 segnalazioni di operazioni sospette, che hanno permesso di individuare i promotori e agevolatori del sodalizio criminale.