REGALBUTO (ENNA) – La Corte dei Conti ha assolto l’ex direttore del Consorzio di Bonifica di Enna Gaetano Punzi, accusato di un presunto danno erariale di 384 mila euro. Era accusato di non aver assunto alcuna iniziativa utile alla riscossione di quanto dovuto per i contributi consortili, “con ciò pregiudicando in via definitiva la possibilità di acquisire le entrate”. Quei crediti, infatti, poi secondo l’accusa erano divenuti inesegibili per prescrizione. Ma non sarebbe così e l’ex direttore, nonché ex sindaco di Regalbuto, è stato assolto pienamente.
Assistito dagli avvocati Girolamo Rubino, Rosario De Marco Capizzi e Michele Baldi, si è però difeso sottolineando ciò che ha fatto durante il suo mandato, ovvero nulla di illegale. Nello specifico, i suoi difensori hanno evidenziato vari dati di fatto. Questo in relazione alla sua condotta “diligente” e al “difficile contesto gestionale e finanziario in cui si è trovato a operare”. Proprio Punzi, infatti, aveva promosso un apposito procedimento finalizzato all’incameramento dei benefici irrigui ed idrici in relazione alle annualità oggetto di contestazione.
Le difficoltà operative
Tale iniziativa, hanno evidenziato i legali, è stata assunta nonostante la presenza di evidenti difficoltà di natura operativa. Elementi relativi alla grave situazione finanziaria e gestionale dell’ente, all’assenza di una banca dati dei contribuenti e di precisi dati catastali, e alla necessita di dover istruire numerose pratiche riconducibili a tre distinte annualità.
Il procedimento era sfociato poi nell’emissione di avvisi bonari di pagamento, cioè di atti idonei all’interruzione del termine di prescrizione. I legali di Punzi hanno quindi evidenziato la totale carenza della “condotta inerte” addebitata dalla Procura contabile. Hanno evidenziato che semmai andava imputata ad altri, e che comunque non c’era alcun danno erariale, in ragione della circostanza che l’Amministrazione consortile era ancora in tempo utile per potere riscuotere i contributi consortili non ancora incamerati dall’Ente. Questo alla luce del termine di prescrizione decennale e degli atti interruttivi posti proprio da Puzi.
Il verdetto
Per queste ragioni la Corte dei Conti per la Regione Sicilia lo ha assolto con formula piena, non ravvisando alcun profilo di grave negligenza. “La sussistenza della colpa grave – osserva il Giudice – è da escludersi proprio in ragione delle specifiche iniziative assunte dal Punzi ai fini della materiale riscossione dei contributi consortili”.