PALERMO – Ricorso rigettato dalla Cassazione. Il patrimonio milionario di Giovanni Pilo, uno dei costruttori del sacco di Palermo, passa definitivamente allo Stato. La confisca colpisce la moglie e il figlio di Pilo, nel frattempo deceduto.
Il suo nome riporta indietro nel tempo, fino all’epoca del maxi processo, nel quale Giovanni Pilo fu condannato per mafia. Passa in giudicato il provvedimento della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo che aveva accolto la proposta della Direzione investigativa antimafia, del procuratore aggiunto Marzia Sabella e del sostituto Dario Scaletta (nel frattempo andato al Csm).
Una villa per Bagarella
Di Pilo, uomo d’onore di Resuttana che si era trasferito a vivere in provincia di Roma, si iniziò a parlare nel 1976, anno in cui fu sottoposto alla sorveglianza speciale. Poi emersero i suoi rapporti con Calogero D’Anna, mafioso di Terrasini, con la famiglia Gambino (Pilo ha sposato negli anni Settanta la sorella di Giacomo Giuseppe, detto ‘u tignusu, capo del mandamento di San Lorenzo e componente della commissione provinciale di Cosa Nostra), con Francesco Cinà, altro boss di San Lorenzo, a cui aveva dato disponibilità di una villa per ospitare l’allora latitante Leoluca Bagarella.
I pentiti
Non è un caso che nel corso della seconda guerra di mafia degli anni ’80 Pilo si era schierato dalla dalla parte dei corleonesi, i quali scelsero alcuni costruttori edili per il controllo dell’urbanizzazione selvaggia. Erano gli anni del sacco di Palermo.
Del suo ruolo mafioso a Resuttana hanno parlato una sfilza di pentiti: Francesco Onorato, Giovanni Brusca, Angelo Siino, Antonino Avitabile, Giuseppe Marchese, Salvatore Cancemi, Calogero Ganci, Giovan Battista Ferrante, Francesco Paolo Anzelmo.
Giovanni Brusca raccontò di un incontro con Totò Riina, di Raffaele Ganci (cognato di Pilo), e Francesco Madonia. Pilo gli venne presentato come “uomo d’onore”.
Passa allo Stato un patrimonio il cui valore è stimato in 40 milioni di euro. Si tratta di sette società immobiliari e imprese di costruzione con sede a Roma, due strutture alberghiere (una a Ladispoli e una a Guidonia Montecelio), 145 immobili (tra cui una villa a Mondello) e terreni a Palermo, Terrasini, San Vito Lo Capo, Roma e Dello.