PALERMO – Dopo sei anni di processo arriva l’assoluzione con formula piena per Massimo Collesano, all’epoca dei fatti direttore dell’area Finanza e bilancio della Rap.
L’ipotesi era che sanzioni pecuniarie complessive per 57 mila euro fossero state pagate con i soldi dell’azienda.
Erano stati i carabinieri del Gruppo per la Tutela del Lavoro nel 2016 a rilevare alcune violazioni in materia di tutela dell’ambiente e sicurezza sul lavoro in un cantiere in corso Vittorio Emanuele per il rifacimento del manto stradale in vista del Festino di Santa Rosalia.
Furono elevate delle contravvenzioni ad alcuni dirigenti e funzionari.
La legge prevede che i reati si estinguano pagando una sanzione. Secondo l’accusa, che non ha retto nei confronti di Collesano, il collegio sindacale avrebbe autorizzato a prelevare i soldi dalle casse della Rap.
Collesano era accusato di peculato e falso. La terza sezione del Tribunale, presieduta da Fabrizio La Cascia, lo ha assolto rispettivamente con le formule perché il fatto non sussiste e perché il fatto non costituisce reato.
Revocato il sequestro e disposta la restituzione delle somme di denaro. “Per Collesano è la fine di un incubo”, commenta l’avvocato Antonio Gattuso.
“Fin dal giorno del mio insediamento – commenta il presidente della Rap Giuseppe Todaro – ho sempre apprezzato la grande professionalità di Collesano, la sua disponibilità e la sua abnegazione. Non avevamo dubbi sull’esito del processo e sono felice che le nostre previsioni siano state confermate. Auspico che gli altri soggetti coinvolti nel processo collegato, ancora in corso in appello e riguardante la medesima vicenda, pervengano allo stesso risultato ponendo definitivamente fine a questo spiacevole e doloroso capitolo”.
Ci sono altri cinque imputati sotto processo. Hanno seguito un percorso diverso dopo avete scelto di essere giudicati con il rito abbreviato.