CATANIA – Tre condanne. Sono quelle pronunciate ieri a carico di Orazio Giuseppe Santonocito a 6 anni e 8 mesi e interdetto dai pubblici uffici per la stessa durata della pena. E poi a Daniele Notarrigo e Alfio Caruso 4 anni e 5 mesi, interdetti dai pubblici uffici per 5 anni.
Un mafioso per riscuotere un debito
La vicenda è quella esplosa nel maggio dell’anno scorso. L’ex presidente dell’Acireale calcio (ruolo ricoperto per pochi mesi), Daniele Notarrigo, si sarebbe rivolto ad un esponente mafioso per riscuotere un debito. Ovvero, la meta di una cartella esattoriale da 80 mila euro di un socio della società.
Ad intervenire sarebbe stato Orazio Giuseppe Santonocito, indicato come esponente della famiglia mafiosa dei Santapaola-Ercolano. L’accusa, per lui, è quella di avere avuto il ruolo di “esattore” avvalendosi della complicità di Alfio Caruso.
Le parti civili
Le persone offese sono Cirino Pulvirenti e la moglie Giulia Caruso. A costituirsi parte civile, l’associazione anti-racket “Libera-Impresa”. Il collegio difensivo era costituito dai legali Francesco Messina, Rossana Petralia e Gianluca Costantino.
Rate da 800 euro
Da quanto emerso nel corso della fase processuale, Santonocito contando proprio sulla collaborazione di Caruso, avrebbe intimato più volte alla vittima di raggiungerlo nella sua macelleria di San Pietro Clarenza, imponendogli di saldare il debito con rate da 800 euro al mese.
Il giorno stabilito per la consegna del denaro i carabinieri sono intervenuti nella macelleria di Santonocito mentre l’imprenditore consegnava la busta col denaro. I tre erano stati arrestati per estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso.