PALERMO- “L’hanno fatto scendere dal mezzo con forza, l’hanno strattonato, gli hanno strappato la divisa. Poi il nostro soccorritore (nel riquadro della foto) è stato colpito con una testata. Ha riportato un trauma cranico e sono stati necessari sei punti di sutura. E’ ancora in stato confusionale”. Fabio Genco, direttore della centrale operativa del 118 Palermo-Trapani, parla dell’ennesima aggressione ai danni del personale, avvenuta stavolta in via Leonardo da Vinci.
Genco: “Atto vile”
“I soccorritori erano giunti sul posto in appena dieci minuti per un incidente non grave – spiega – come dimostra il codice verde dell’intervento. Si tratta di un gesto vile che condanniamo con fermezza e che non può avere alcuna giustificazione”.
L’aggressione allo Zen
E’ il secondo episodio, a Palermo, nel giro di poche settimane. I primi di ottobre i sanitari giunti con un’ambulanza allo Zen, dopo un incidente, erano stati presi a pugni dalla folla. Un altro soccorritore e un infermiere erano rimasti feriti.
Il presidente della Seus: “Priorità al contrasto del fenomeno”
Una escalation sempre più preoccupante, su cui è intervenuto in queste ore anche il presidente della Seus, Riccardo Castro: “Condanniamo questo vile gesto, purtroppo l’ennesima aggressione nei confronti dei nostri soccorritori. Fin dal momento del mio insediamento ho considerato tra le nostre priorità le misure di contrasto a questo vergognoso fenomeno”.
“Siamo concretamente al fianco dei nostri operatori – prosegue – che ci rendono orgogliosi per la professionalità e lo spirito di sacrificio che mettono in campo salvando centinaia di vite. Come già annunciato nei mesi scorsi doteremo al più presto i nostri equipaggi del 118 di apposite bodycam come deterrente. Inoltre la Seus si costituirà parte civile nei processi contro gli autori delle aggressioni, ha avviato campagne di sensibilizzazione e sta predisponendo un sostegno psicologico”.
“Sempre più urgenti le telecamere da indossare”
Chi è entrato in azione avrebbe preteso che i feriti fossero trasportati al Policlinico, ma l’operatore ha risposto che la destinazione sarebbe stata un’altra. E’ così stato colpito. L’aggressore si è allontanato poco dopo e la polizia ha avviato le ricerche per rintracciarlo.
“Seppur già sappiamo del decreto legge approvato di recente a maggior tutela del personale sanitario e sociosanitario, seppur sappiamo dell’avvenuta installazione sui mezzi della Seus di telecamere a scopo cautelativo e dell’intenzione di acquistare delle Dash cam da far indossare al personale autista/soccorritore, a quanto pare tutto ciò non basta, dicono Domenico Amato, segretario regionale Confintesa Sanità Sicilia e Gianni Ferdico, coordinatore regionale Confintesa 118 Sicilia.
“Trovare soluzioni immediate”
“L’aggressore si è dato alla macchia e non è stato indentificato – aggiungono – almeno così parrebbe dalle prime informazioni, quindi nessuno potrà essere arrestato in base alla nuova normativa e il collega del 118 si ritrova suo malgrado con sei punti in testa. Bisogna accelerare sull’acquisto delle telecamere da indossare e trovare poi delle soluzioni immediate e realmente efficaci al fine di prevenire le aggressioni al personale sanitario e sociosanitario che opera nel sistema di emergenza urgenza”, concludono.
“L’aggressione subita stamattina a Palermo da un soccorritore del 118, durante un intervento in via Leonardo Da Vinci, è di inaudita gravità. Manifestiamo solidarietà al collega ferito e chiediamo che il colpevole sia individuato in tempi brevi e punito in modo esemplare. I lavoratori non possono correre simili rischi, hanno diritto a svolgere il proprio servizio in sicurezza”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Mario Manzo del sindacato Csa-Cisal.
“Adesso basta, servono interventi concreti da parte delle istituzioni per tutelare chi garantisce il servizio d’urgenza ed emergenza”. Lo dichiara Claudio Marsiglia del coordinamento Sanità Privata della Cisl Fp Palermo Trapani, commentando l’ennesima aggressione avvenuta stamattina a Palermo, ai danni di un operatore del 118. “È sempre più lunga la lista dei soccorritori aggrediti mentre svolgono il loro lavoro – aggiunge Marsiglia – e ancora nulla viene realmente fatto per arrestare questa escalation. Non si può pensare di lasciare abbandonati a loro stessi, lavoratori che assicurano un servizio indispensabile per gli utenti. Non possiamo più tollerare l’indifferenza e gli attestati occasionali di solidarietà. Esigiamo rispetto per questi operatori che tutti i giorni con abnegazione e spirito di sacrificio affrontano e supportano le sofferenze altrui”.