Rap, il centrodestra scricchiola e Lagalla bacchetta la maggioranza

Rap, il centrodestra scricchiola e Lagalla bacchetta la maggioranza

Approvate due delibere che salvano l’azienda
palazzo delle aquile
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PALERMO – La Rap provoca l’ennesimo scossone all’interno della maggioranza al comune di Palermo. E stavolta, a picchiar duro sul centrodestra, è il sindaco Roberto Lagalla in persona, “costretto” a ringraziare le opposizioni per il salvataggio della società di piazzetta Cairoli.

Cronaca di una giornata, quella di ieri, particolarmente vivace a Sala Martorana. All’ordine del giorno c’erano infatti due delibere decisive per il futuro dell’azienda guidata da Giuseppe Todaro, ossia il piano delle alienazioni e un debito fuori bilancio da 18,8 milioni di euro.

Il debito della discordia

La prima decisiva per consentire di trasferire quattro Centri di raccolta alla Rap che, insieme a 3,2 milioni già stanziati e alla sede, consentiranno di ricapitalizzare l’azienda che così potrà continuare a operare.

La seconda, decisamente più pesante, riguardava crediti finora non rinosciuti per quasi 19 milioni: si tratta, per la maggior parte, di interventi di manutenzione stradale eseguiti fino al 2021 che non avevano copertura finanziaria, seppur previsti in contratto, e su cui la Ragioneria ha dato un parere “non dovuto” specificando però la necessità di rispettare alcuni paletti normativi.

Maggioranza a ranghi ridotti

Una cifra talmente alta da tenere in bilico la Rap: un’eventuale bocciatura avrebbe seriamente compromesso il futuro dell’azienda che si sarebbe ritrovata con una voragine in un bilancio che è già in precarissimo equilibrio.

Circostanza che, almeno in teoria, avrebbe dovuto comportare una presenza al completo della maggioranza che invece, sin dalle battute iniziali, si è ritrovata a ranghi ridotti, anzi ridottissimi. Su 26 consiglieri di centrodestra erano presenti in 14 e alla fine hanno votato favorevolmente appena in 11, a cui aggiungere il presidente Giulio Tantillo che per prassi si astiene.

Praticamente meno della metà, con la delibera che è stata “salvata” dalle minoranze che, pur astenendosi, hanno garantito il numero legale e quindi il voto.

I malumori

Le defezioni in maggioranza sono state trasversali a tutti i partiti e si fa prima a dire chi invece alla fine ha votato: in Aula sono rimasti in tre su cinque per il gruppo del sindaco (Abbate, Canto e Chinnici), due meloniani su sette (Rini e Puma), tre forzisti su sette (Meli, Piampiano e Zacco) e tre Dc su cinque (Bonanno, Raja e Imperiale). Assente in blocco la Lega.

Una circostanza che non è certo una novità a Sala Martorana ma che, vista la posta in gioco, ha dato una pessima immagine della coalizione, provocando più di un malumore interno. Alcune assenze erano previste, altre dovute alla festa nazionale di Fratelli d’Italia a Roma, altre ancora inaspettate e forse imputabili alla delicatezza del passaggio d’Aula.

L’ira del sindaco

Sta di fatto che in tanti hanno storto il muso e tra questi c’è anche il sindaco Lagalla che, incassato il voto, ha fatto arrivare un messaggio a tutti i consiglieri presenti in Aula, sia di maggioranza che di opposizione.

Un modo non solo per riconoscere l’atteggiamento collaborativo delle minoranze ma soprattutto per bacchettare, seppur velatamente, gli assenti del centrodestra che hanno messo a rischio “importanti delibere particolarmente attese” sia dalla Rap che dalla città.

Opposizioni all’attacco

“Come sempre, è stato fondamentale il ruolo delle forze di opposizione che con la loro presenza in Aula hanno garantito l’approvazione degli atti – dicono in una nota congiunta i consiglieri di Pd, Misto, M5s, Avs e Oso -. La maggioranza, invece, si è mostrata ancora una volta poco presente, sollevando preoccupazioni sul loro impegno verso la città, i cittadini e le società partecipate”.

Centrodestra in rotta

Un ruolo determinante, quello delle opposizioni, riconosciuto anche dalla maggioranza in cui non mancano i malumori. “Le minoranze hanno garantito i numeri per l’approvazione di importanti delibere che meritano senso di responsabilità e maggior attenzione da parte dei consiglieri comunali di maggioranza, in buona parte assenti oggi”, precisa il leader Dc Domenico Bonanno.

Per Dario Chinnici (Lavoriamo per Palermo) “gli atti rappresentano un passaggio fondamentale per il consolidamento della società. Approvando il nuovo contratto di servizio e attuando il piano di risanamento, garantiremo i servizi e i lavoratori”.

“Il consiglio – spiega Antonio Rini (Fdi) – ha dimostrato grande senso di responsabilità tutelando i livelli occupazionali, grazie al contributo indispensabile delle opposizioni; adesso la città si aspetta  un miglioramento tangibile dei servizi che devono essere all’altezza di una grande metropoli”.


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