Palermo, minacce con il piccone: assolto grazie a Google Maps

Minaccia il vicino con un piccone: assolto grazie a Google Maps

Cosa è riuscita a dimostrare la difesa

PALERMO – L’accusa è caduta grazie a Google Maps, diffusissimo sistema di localizzazione cartografica. L’avvocato Alessandro Pergolizzi lo ha usato per dimostrare che non poteva essere stato l’imputato a minacciare il suo vicino di casa affacciato al balcone.

I fatti oggetto del processo sono accaduti nel 2019 a Torretta, comune in provincia di Palermo. L’imputato, uno slovacco di 50 anni, fu immortalato in un video mentre camminava con un piccone in mano. Transitando sotto casa della presunta vittima avrebbe pronunciato la frase “vieni che ti do un colpo in testa”.

Google Maps in aula

L’avvocato si è presentato in aula con la mappa di Google e due punti cerchiati. Il primo corrispondeva al luogo in cui si trovava l’imputato e il secondo localizzava la palazzina dove abitava la presunta parte offesa. Sono lontani, troppo lontani: impossibile che l’uomo affacciato al balcone avesse sentito pronunciate la frase incriminata.

Le accuse cadute

Il Tribunale ha dato ragione alla difesa e ha mandato assolto l’imputato con la formula perché il fatto non sussiste. C’erano altre due ipotesi. sempre con il piccone l’imputato avrebbe danneggiato il portone di ingresso della palazzina della vittima e il contatore dell’acqua. Per queste due ipotesi la parte offesa ha deciso di ritirare la querela e l’imputato è stato prosciolto. Restava la minaccia, per la quale la Procura ha potuto procedere d’ufficio ed è arrivata l’assoluzione nel merito.


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