PALERMO – La Provincia fa retromarcia su Palermo Energia. Nel corso di un’assemblea con i lavoratori, infatti, il presidente Giovanni Avanti ha annunciato che si rivolgerà all’Antitrust per chiedere che la partecipata di Palazzo Comitini venga sottratta alla spending review del governo Monti che ne imporrebbe la privatizzazione entro il 30 giugno o la liquidazione prima del 2014.
“Palermo Energia – ha sottolineato Avanti – è un fiore all’occhiello per la Provincia e non abbiamo alcuna intenzione di venderla. Il nostro obiettivo è anzi quello di rilanciarla e di salvaguardare tutti i posti di lavoro dei 158 dipendenti. Posso comprendere le preoccupazioni dei lavoratori, anche perché nel frattempo è giunta la legge di abolizione delle Province, ma fino all’ultimo giorno in cui sarò al vertice dell’ente il mio impegno sarà quello di salvaguardare la società e i suoi dipendenti”.
Parole, quelle del numero uno di via Maqueda, che hanno tranquillizzato i lavoratori ma che smentiscono quelle pronunciate il 9 e il 22 marzo: “L’intervento dell’Authority è da escludere – aveva detto Avanti – noi stiamo lavorando per un piano industriale che consenta da qui a giugno la selezione di un soggetto privato che possa acquisire una parte del capitale sociale di Palermo Energia, come prevede la normativa nazionale”.
La Provincia, oltre a presentare un dossier all’Autorità per la concorrenza, adesso lavorerà anche a un piano industriale per il rilancio dell’azienda assegnandole nuove competenze tecniche come la gestione degli impianti fotovoltaici e del solare termico, utilizzando o riconvertendo le figure professionali presenti all’interno della società. “E’ stata accolta la nostra proposta – dice Mimma Calabrò della Cisl – di istituire un tavolo di confronto continuo per monitorare l’evolversi delle procedure, che verrà convocato fra 15 giorni. Diciamo basta alle strumentalizzazioni su una società che non è un carrozzone e non ha bilanci in rosso. L’abolizione delle Province è stata fatta senza considerare realtà come Palermo Energia, visto che potrebbero non esserci i tempi per effettuare tutte le procedure lasciando l’azienda in un limbo. La gatta frettolosa fa i gattini ciechi”.
Di vittoria dei lavoratori parlano le opposizioni, che hanno presentato nel corso di una seduta convocata ad hoc un documento (approvato poi all’unanimità) per impegnare l’amministrazione “a chiedere quantomeno una deroga al limite temporale imposto dalla norma dovendo ritenersi preclusa ogni ipotesi di cessione per l’impossibilità di procedere all’affidamento quinquennale del servizio agli eventuali acquirenti”.
“Chiederemo un incontro all’assessore regionale alle Autonomie locali, Patrizia Valenti, per proporre una sospensione alla norma che obbliga alla privatizzazione o allo scioglimento delle societá partecipate dalle Province – dice Marianna Flauto della Uiltucs – solo così avremo piú tempo per trovare soluzioni a salvaguardia dei 160 lavoratori della Palermo Energia. La strada proposta da Avanti – spiega Flauto – che intende chiedere all’Autorità per la libera concorrenza di mantenere in house la società Palermo Energia, è percorribile ma ha i suoi rischi, perchè l’Autorità potrebbe esprimersi in modo negativo. Ritengo che al momento si possa percorrere un’altra strada, ovvero chiedere la sospensione dei termini del decreto nazionale che prevede entro i prossimi mesi di privatizzare o liquidare questa società, in modo da avere avere piú tempo per ragionare e trovare soluzioni a salvaguardia dei lavoratori. La sospensione – prosegue la sindacalista – sarebbe necessaria perché non ci sarebbero le condizioni per la pubblicazione di un bando, dal momento che l’affidamento, per legge, dovrebbe essere quinquennale e nessuno in questo momento in cui la Provincia é sciolta può impegnarsi in tal senso, neanche il commissario che avrà poteri di ordinaria amministrazione. Tra l’altro non si capisce in quali capitoli di bilancio dovrebbero essere iscritte queste somme visto che i consorzi non sono ancora nati”.