PALERMO – “Rispetto al passato cambia tutto: i manager saranno selezionati da una commissione qualificata e indipendente. Il governo regionale in questo modo ha affermato la scelta di garantire la trasparenza, l’imparzialità e l’individuazione delle migliori competenze”. E invece, rispetto al passato rischia di cambiare poco. L’assessore Lucia Borsellino descriveva con quelle parole, appena due mesi fa, le nuove modalità di selezione dei dirigenti delle diciassette aziende sanitarie siciliane, al momento commissariate. Ma i buoni propositi si sono già arenati contro il no secco del governatore e della sua maggioranza. Altro che criteri oggettivi e commissioni indipendenti. A scegliere i manager sarà il governo.
Tutta colpa di qui criteri fissati per la selezione (tra gli altri, i 40 punti su cento attribuiti alle passate esperienze nelle aziende di grossa dimensione). Criteri che inizialmente sembravano andar bene a tutti. Salvo poi, alla luce della ‘long list’ venuta fuori da quei parametri, accorgersi che avrebbero finito per favorire, in molti casi, manager che da anni ricoprono ruoli di vertice nella Sanità siciliana. Una lista di aspiranti al colloquio orale che doveva essere resa nota venerdì scorso.
Così il governo ha deciso di congelare quella graduatoria. Una decisione del governatore, certo. Ma non solo. Anche le forze che compongono la maggioranza hanno guardato con un certo scetticismo l’iter di selezione. L’Udc Totò Lentini, ad esempio, pochi giorni fa denunciava: “Deve restare fuori chiunque abbia contributo a mettere in ginocchio la sanità anche negli ultimi anni e chiunque sia stato oggetto di valutazione negativa da parte dell’Agenzia nazionale, compresi alcuni dei ‘commissari’ in carica! I Vanno esclusi – proseguiva Lentini – quanti, a vario titolo, sono stati autori di scelte dannose per gli utenti e per le finanze regionali e per le quali dovrebbero rispondere non solo i diretti interessati, ma anche chi li ha nominati o ha avallato la loro nomina. Su queste scelte – concludeva Lentini – si misurerà davvero la capacità del governo Crocetta di ‘rivoluzionare’ un settore fondamentale, come quello della sanità”. Una considerazione, del resto, avallata dalla Commissione Sanità all’Ars, che la scorsa settimana, col suo presidente Digiacomo, deputato Pd, brindava alla decisione di “modificare i criteri per la scelta dei manager”. Insomma, la Commissione ha deciso di mettere da parte il cosiddetto “sistema a punteggio”. La commissione esaminatrice dei prossimi manager avvierà un primo monitoraggio dei candidati sulla base dei curriculum per arrivare ad una selezione di 100 nomi. Di questi ne saranno successivamente selezionati 50, da sottoporre all’attenzione del governo, che dovrà individuare in tutto 17 manager. Insomma, come detto deciderà comunque l’esecutivo.
“I commissari – ribadisce Pippo Digiacomo – hanno deciso di costituire una griglia a punteggio per l’accesso alle successive prove. Questa griglia rischia di favorire chi è arrivato a dirigere le Asp in passato per criteri non esattamente di merito, considerata la storia della Sanità siciliana. A nostro parere questo criterio andava modificato. Meglio individuare 50 nomi da offrire al governo che si assumerà le sue responsabilità. Sennò rischi di favorire i soliti noti. Su questo in commissione c’era stata una certa convergenza. Io sono convinto – aggiunge – che la commissione non ha voluto favorire nessuno e si è mossa su un percorso di trasparenza, ma c’è da stare attenti perché la meritocrazia curriculare non sempre coincide, in questo ambito, con una vera meritocrazia”.
Ma le opposizioni già insorgono. Il capogruppo della lista Musumeci, Santi Formica, ad esempio, non usa giri di parole: “Il tentativo di Crocetta e della sua variopinta maggioranza di stravolgere i criteri di selezione dei manager della sanità, peraltro individuati attraverso un bando deliberato in giunta e pubblicato in gazzetta ufficiale, sarebbe un vero e proprio golpe, figlio della peggiore partitocrazia (altro che rivoluzione) al solo scopo di allungare le mani dei partiti ancor di più sulla ricca torta della sanità, e tentare nello stesso tempo di saziare gli appetiti di una maggioranza composita, costruita con l’apporto di tanti mercenari ( come li definisce D’Alia)forse anche al fine – conclude Formica – di cercare la quadra per l’approvazione di un bilancio che si annuncia nonostante i proclami, lacrime e sangue”.
Una cosa però oggi pare certa. Quello svolto finora dalla commissione esaminatrice, rischia di rivelarsi un lavoro inutile. Una commissione composta da Fulvio Moirano, direttore dell’Agenas, da Marco Frey, dell’Istituto Universitario Sant’Anna di Pisa e da Ernesto Morici, magistrato in quiescenza, quest’ultimo in rappresentanza dell’amministrazione regionale.
La ” marcia indietro” dei manager, però, avrebbe molto infastidito l’assessore Borsellino. “Non ho sentito ostilità da parte dell’assessore Borsellino su questo punto”, smentisce però Pippo DiGiacomo. Che sottolinea semmai l’urgenza di procedere alle nomine in tempi strettissimi: “Le nomine vanno fatte al più presto possibile, altrimenti questo commissariamento finisce per essere infinito. Noi avremmo bisogno di avere direttori generali, non commissari. E credo che un punto bisogna farlo, perché dobbiamo uscire dall’angolo. C’è un grigiore complessivo che non giova, in cui le realtà di eccellenza, che pur esistono in Sicilia, si perdono”. Ma intanto rischia di ‘ingrigirsi’ anche il rapporto tra il governatore e uno dei suoi assessori-simbolo. Un rapporto che, al di là delle smentite di rito, si era già incrinato in occasione della scelta degli attuali Commissari. Con la “strana” eccezione del salvataggio di Salvatore Cirignotta. L’unico tra quelli bocciati mesi addietro dall’Agenas. Ma soprattutto con la insolita tempistica: commissari nominati in fretta, mentre si era giá deciso di avviare, e in tempi brevi, l’iter per la selezione dei direttori generali. “Le scelte sono del governo, visto nella sua collegialità”. Commentava in quelle ore Lucia Borsellino. Un modo elegante, come è nelle abitudini all’assessore, per dire sottovoce che forse, su qualcosa, già allora, lei non era d’accordo.
La Commissione è composta da Fulvio Moirano, direttore dell’Agenas, da Marco Frey, dell’Istituto Universitario Sant’Anna di Pisa e da Ernesto Morici, magistrato in quiescenza, quest’ultimo in rappresentanza dell’amministrazione regionale. La Commissione costituisce l’elenco degli aspiranti idonei, ad aggiornamento biennale, ed ai fini della nomina