PALERMO – “Fino alla mezzanotte la Finanziaria era ‘pulita’. Poi, è successo di tutto”. Lui s’era dissociato. E l’aveva fatto in maniera plateale, palese. Uscendo dall’Aula, in occasione del voto sulla cosiddetta “Tabella H”. “Si è trattato di una vergognosa spartizione”, racconta Girolamo Fazio, deputato regionale eletto col Pdl, ma oggi al gruppo misto. A lui, certamente quella Tabella non piaceva. E lo ha dichiarato pubblicamente, dallo scranno di Sala d’Ercole, così come avevano fatto prima di lui i colleghi della Lista Musumeci, che avevano anche presentato un emendamento soppressivo.
Ma quella notte la Tabella H è passata, consegnandosi alla mannaia del Commissario dello Stato. Una fine quasi prevedibile, secondo Fazio: “La bocciatura da parte del commissario dello Stato della cosiddetta Tabella H era ovvia e ci si augura ponga fine alla logica spartitoria e clientelare che da troppo tempo vige alla Regione”. Una logica che quella notte si sarebbe palesata, secondo Fazio, in maniera quasi improvvisa, sorprendente. “Devo dire che fino alla mezzanotte di quel 30 aprile, tutto sommato, i lavori per la Finanziaria erano andati avanti senza grossi scandali. A parte la vicenda dei vigili di Messina, il testo era pulito, coerente. Poi, è cambiato tutto”. E il “teatro” di quella svolta in seno all’Assemblea, è una riunione dei capigruppo a Palazzo dei Normanni: “C’erano tutti. C’era anche Malafarina del Megafono, c’erano i grillini. E alla fine, le voci contrarie alla Tabella H erano davvero poche…”. E tra i presenti, ecco anche, secondo il racconto di Fazio, il presidente Crocetta: “Ha detto che non era presente alla riunione? Non è vero – dice Fazio – era lì. Ma si è limitato a dire che il governo avrebbe avallato le decisioni dei deputati. Ma io mi chiedo – aggiunge Fazio – come si fa a tenere un comportamento del genere, dopo aver annunciato ai quattro venti di voler abolire la Tabella H? Come si fa a limitarsi a dire: ‘è un problema del Parlamento’?”.
Da quel momento, la Finanziaria prende una brutta piega. “Logiche spartitorie, pretese intollerabili”, così Fazio racconta quelle ore. Culminate col suo intervento in Aula. Un vero e proprio j’accuse: “Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi dispiace, – ha detto a Sala d’Ercole – non intendo ovviamente fare alcuna polemica, però mi dissocio da quanto, effettivamente, è stato comunicato dai colleghi capigruppo. Per quello che vale, – aggiungeva Fazio – sono il capogruppo del Gruppo Misto. Capisco che, bene o male, rappresento una minoranza dei parlamentari, ma non mi ci vedo né per quanto riguarda la metodologia utilizzata, né per il metodo utilizzato.
Una impressione: che le cose qui vengano dette a parole, che solo a parole si vuole che le cose cambino perché rimangano sempre le stesse cose. E’ vero, – proseguiva Fazio nel suo intervento – nella Tabella H ci sono cose importantissime che i siciliani sicuramente aspettano, ma ci sono tante altre cose poco serie e meno importanti; credo che non sia giusto che la collettività, che il Parlamento attenzioni queste cose. Non ritengo, così come effettivamente è stato fatto precedentemente, che si sia data conferma sulla volontà di voler cambiare le cose. E, poiché tocco con mano che qui le cose qualcuno non le vuole cambiare affatto, le anticipo che lascerò l’Aula. La ringrazio, Presidente, ma non intendo, – concludeva Fazio – ovviamente, far parte di questa decisione”. Pochi giorni dopo, il Commissario dello Stato avrebbe dato ragione al deputato, mettendo nero su bianco le accuse lanciate in Aula da Fazio.