Striscioni di protesta al Tribunale - Live Sicilia

Striscioni di protesta al Tribunale

Gli striscioni davanti al Palazzo di Giustizia

Francesco Carbone, dopo avere presentato diverse denunce in questi anni, chiede l'avocazione delle indagini da parte del procuratore generale. E ha tappezzato di striscioni la piazza antistante il Palazzo di giustizia

PALERMO – Cartelloni bianchi a caratteri neri ricoprono, da ieri, l’area antistante il Tribunale di Palermo. Ad affiggerli, Francesco Carbone, dipendente per sette anni a Verona di una ditta ditta appaltatrice di Poste Italiane. Carbone, originario della provincia di Palermo, da anni denuncia presunte irregolarità che avrebbe riscontrato e che ha denunciato a partire del 2007. Da allora, Carbone ha presentato una sfilza di denunce, tutte archiviate dalla magistratura. Carbone parla di “un’associazione a delinquere”  formata da “appaltatori, dirigenti, sindacati”. Tra le accuse principali rivolte dall’uomo e tutte archiviate, figurano appalti a monopolio, frode, tentata corruzione, minacce e vessazioni.

Nei manifesti che, in queste ore, hanno attirato lo sguardo di molti palermitani, l’uomo chiede al procuratore generale l’avocazione delle denunce presentate alle autorità: “Sono pronto a consegnare al procuratore tutte le prove in mio possesso: 49 pagine, 62 allegati cartacei e un dischetto in 40 foto e 80 video”. E’ questa la richiesta espressa da Carbone nel corso del sit-in a oltranza che prosegue davanti al Palazzo di Giustizia. Carbone ha iniziato la sua battaglia presentando tre atti all’Usl di Verona ma la storia degli esposti, esibiti e archiviati, è lunga e articolata: “Ho presentato tredici denunce penali alla magistratura, tre richieste di intervento ministeriale, sei lettere al Presidente della Repubblica, due istanze al Csm, una lettera al Presidente Fini e sulle mie denunce sono state presentate anche due interrogazioni parlamentari. Ma nessuno mi ha mai denunciato per diffamazione e calunnia”.

 

 


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