PALERMO – “Un percorso troppo doloroso, che non siamo più in grado di descrivere e commentare. Si tratta di un chiaro fallimento, di una giustizia negata sin dall’inizio”. Sono le parole dei genitori di Aldo Naro, il giovane medico ucciso alla discoteca Goa nella notte tra il 13 e il 14 febbraio 2015, durante una festa in maschera. La Corte di Assise ha assolto tre buttafuori, mentre per l’omicidio è stato condannato separatamente, con sentenza ormai definitiva, il giovane reo confesso del delitto, commesso quando era ancora minorenne: ha sempre negato di aver avuto intenzione di uccidere Naro.
L’omicidio e la vicenda giudiziaria
“Non ci resta che piangere il nostro Aldo – dicono a LiveSicilia il padre Rosario Naro e la madre, Anna Maria Ferrara. Cos’altro avremmo mai potuto fare? Abbiamo vissuto in prima persona un iter di dolore che continua a straziarci”. La famiglia del medico ha recentemente manifestato la propria solidarietà ai familiari di Paolo Taormina, il ragazzo ucciso a metà ottobre in centro a Palermo, davanti al locale in cui lavorava. Ha condiviso il dolore per l’ennesima giovane vita spezzata dalla violenza, augurando ai genitori “di non vivere lo stesso calvario giudiziario”.
“Messaggio contro i buoni propositi”
“Già – dice Naro – perché come abbiamo già detto, la giustizia non collabora. Senza entrare nel merito, dobbiamo chiederci quale messaggio manda ai giovani una sentenza di questo tipo, per un omicidio così efferato. E’ un messaggio pesante, che di sicuro non rappresenta un deterrente per chi agisce con la violenza. E’ un messaggio devastante, incoerente con la lotta a un fenomeno che ha rovinato la vita di tante famiglie”.
L’omicidio di Aldo Naro e il dolore: “Un fallimento”
E poi, le parole sui social, attraverso la pagina “Giustizia per Aldo Naro”, a cui la famiglia affida uno sfogo amaro. “Questo fallimento non riguarda noi come famiglia – scrivono -. In quasi undici anni abbiamo fatto il possibile e l’impossibile per fornire tutto ciò che serviva per giungere ad una giusta sentenza di condanna. Ma quella che è mancata è stata proprio solo la condanna. Abbiamo fatto indagini, attivato i nostri periti per avere le loro determinanti consulenze, siamo arrivati a consentire la esumazione del suo corpo per ripetere gli esami che il misterioso “smarrimento“ della Tac fatta ad Aldo aveva reso nuovamente necessari. Abbiamo sofferto ad ogni udienza per affermare verità abbaglianti che chi di dovere non riusciva a vedere”.
E ancora: “Abbiamo dovuto prendere atto alle loro assurde richieste di archiviazione mentre fatti e circostanze urlavano la necessità di andare avanti nell’ accertamento delle responsabilità che si evidenziavano, anche con l’ammissione della partecipazione ai pestaggi di Aldo di qualche indagato. Ma niente da fare: l’unico responsabile doveva restare il minorenne incensurato”.
“Noi abbiamo tirato fuori la verità”
Il messaggio prosegue: “Ecco perché abbiamo vinto noi: la verità vera l’abbiamo tirata fuori noi, ed è quella, ad onta di qualsiasi decisione diversa. Il dottor Aldo Naro – la famiglia ne è convinta – è stato ucciso da un numero indefinito di assassini che hanno colpito senza pietà il suo corpo: gli hanno fratturato il setto nasale, le vertebre C2 e C3 della colonna vertebrale, del maxillofacciale, provocato una emorragia subaracnoidea ed altre sue emorragie, un infiltrato emorragico al polmone e diverse altre lesioni. Tutto questo, secondo la sentenza, ad opera del solo minorenne, ormai unico condannato.
Abbiamo vinto perché abbiamo la verità dalla nostra parte che nessuno potrà cambiare e che si trova già al cospetto di Dio. Vergogna”.

