Camera penale di Catania, separazione carriere e ragioni del Sì

Camera penale di Catania, separazione carriere e ragioni del Sì

Il referendum sulla Giustizia
LA CONFERENZA STAMPA
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CATANIA – A Catania conferenza stampa promossa dalle Camere Penali del Distretto etneo dedicata al tema della separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e alle ragioni del Sì in vista del prossimo referendum sulla Giustizia.

Camera penale di Catania

All’incontro, oltre al presidente della Camera Penale di Catania, Francesco Antille, sono intervenuti: Giuseppe Gurrieri, Presidente della Camera Penale di Siracusa e coordinatore per il distretto della Corte d’Appello di Catania dell’attività referendaria. Luca Fosco, Presidente della Camera Penale di Caltagirone. Nicole Fiorenza, Segretario della Camera Penale Ragusa Iblei.

“Non è un indebolimento”

Antille ha ribadito che la proposta di riforma non mira in alcun modo a depotenziare la magistratura né ad assoggettare alcuno. “La maggioranza dei componenti degli organi disciplinari rimarrà composta per i due terzi da magistrati; non si può dunque parlare di un indebolimento.

Il Presidente ha evidenziato come la battaglia delle Camere Penali sia orientata a garantire l’autonomia del Giudice rispetto al Pubblico Ministero. “Può un cittadino sentirsi davvero garantito quando il Giudice è collega dell’accusatore?.

Secondo Antille, la forte opposizione di parte della magistratura alla riforma deriva dal fatto che essa incide su consolidati meccanismi di potere, ma è anche il frutto di una “incomunicabilità coltivata nel tempo” e della mancanza di dialogo con l’avvocatura.

Ha inoltre ricordato la piena legittimità del percorso referendario. “La sovranità appartiene al popolo e il referendum è lo strumento con cui questa sovranità si esprime”. Pur riconoscendo che la riforma sia perfettibile, Antille ha affermato che le Camere Penali voteranno convintamente Sì, sottolineando come ordinamenti analoghi esistano in altri Paesi senza derive autoritarie.

“Questa battaglia non è politica. Vogliamo una giustizia senza sospetti. Difenderemo sempre il diritto al dissenso, ma è innegabile che questa riforma sia pienamente costituzionale. Mi attendo che molti magistrati scelgano di votare Sì”, ha concluso.

“I pilastri della riforma”

Gurrieri ha illustrato la struttura e le finalità del comitato “Camere Penali per il Sì”, fondato sul lavoro di 129 Camere Penali territoriali, una realtà radicata e partecipata. “Il comitato – ha spiegato – avrà il compito di informare i cittadini affinché possano votare in modo consapevole. I pilastri della riforma sono: la separazione delle carriere, la creazione di due distinti rami della magistratura, giudicante e requirente, la nascita di due CSM autonomi.

“L’obiettivo – ha sottolineato – è garantire che ogni magistrato scelga il proprio ruolo e lo mantenga per l’intera carriera, operando in piena autonomia”.

“Processo ad armi pari”

Fosco ha evidenziato come la riforma garantisca finalmente un processo ad armi pari: “Accusa e difesa avranno lo stesso ruolo davanti al Giudice. Oggi ciò non accade, perché Pubblico Ministero e Giudice appartengono alla stessa ‘squadra’, essendo entrambi magistrati”.

Secondo Fosco, il Sì rappresenta un atto di civiltà a tutela dei cittadini. “Più ascoltiamo le ragioni del ‘No’ provenienti da alcuni magistrati e più comprendiamo quanto sia fondata la nostra posizione, vista la presenza di notevoli inesattezze”.

“Non è una modifica formale”

Fiorenza ha insistito sul valore sostanziale della riforma. “Non è solo una modifica formale. Gli studenti stessi ci chiedono come si possa garantire l’imparzialità quando Giudice e Pubblico Ministero sono entrambi magistrati”.

Ha ricordato che la Costituzione sancisce il principio di un Giudice imparziale e super partes, elemento essenziale per la tutela del cittadino. “Per questo – ha dichiarato – votiamo convintamente Sì”.

La Camera Penale di Catania “Serafino Famà” ringrazia i relatori e conferma il proprio impegno nel promuovere una corretta informazione sul referendum, affinché ogni cittadino possa esprimere la propria scelta in piena consapevolezza.


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