PALERMO – Una corsa contro il tempo per approvare, entro il 25 luglio, il bilancio del teatro Biondo e salvare i posti di lavoro. Eccola la sintesi di una lunga giornata, cominciata in Prefettura per un vertice con sindacati e soci dello Stabile e terminata in serata con un cda che non ha potuto fare altro che analizzare voce per voce le spese e darsi una nuova scadenza.
L’anticipazione di cassa del comune di Palermo, infatti, basterà solo a pagare gli stipendi di maggio e le quattordicesime di giugno, mentre resta il problema degli stipendi da giugno in poi. Il bilancio è asfittico: c’è un buco da 2,5 milioni, dovuto a mancati versamenti di Palazzo delle Aquile nel 2008 e nel 2009, ma soprattutto il rischio di un nuovo buco da 1,3 milioni causato sia dalle difficoltà finanziaria della Provincia che dalla spending review.
Palazzo Comitini ha detto di poter versare un altro dodicesimo, ovvero 70mila euro da sommare ai primi 70: 140mila in tutto a fronte degli 840mila dello scorso anno. Davvero troppo poco, se si considera che il Biondo sta applicando in modo letterale anche una disposizione della legge 153 del 2010 che impone ai teatri la restituzione del dieci per cento di quanto ricevuto (come contributi): si tratta di 600mila per 2013 e 300mila per il 2012. Insomma, una voragine che adesso costringerà il cda a dover intervenire. E il timore è che si voglia intervenire sui dipendenti: le spese sono ripartite fra quelle per la produzione (1,8 milioni), quelle per i servizi (1,9) e quella per il personale (2,9). Per questo i sindacati temono che si chiedano nuovi sacrifici ai dipendenti che intanto continuano ad occupare lo Stabile, nonostante la richiesta del direttore Pietro Carriglio di liberarlo.
“E’ da tre mesi che i lavoratori non prendono lo stipendio – dice Maurizio Rosso della Cgil – con i 500mila euro del Comune si può sopperire ad alcune cose ma il problema è solo rinviato. Se non si fa discussione seria sulla riorganizzazione del teatro, va inventato altro. Siamo preoccupati. Serve un tavolo per rendere i teatri competitivi facendoli stare sul mercato, altrimenti si rischia di farli divenire da centri di produzione a centri di distribuzione”.
Domani i lavoratori dovrebbero riunirsi in assemblea per decidere il da farsi, attendendo intanto notizie dal Prefetto. “La Prefettura ha invitato i soci ad approvare in tempi rapidi il bilancio – spiega Michele De Luca della Cisl – ma di fatto siamo in una situazione di stallo. La Provincia ha convalidato il taglio e la Regione, per dare i suo contributo di 3,1 milioni, attende l’approvazione dei bilanci. Carriglio ha proposto un tavolo tecnico con i sindacati per la riorganizzazione del personale e l’abbattimento dei costi, ma a questo punto sarebbe meglio un commissariamento o un nuovo direttore artistico, qualcuno che abbia un’esperienza nel settore privato e abbia dato prova di sapere organizzare e portare avanti un teatro senza risorse pubbliche”.
“Noi ci impegneremo nel fare un bilancio che sacrifichi meno possibile i lavoratori – dice Vincenzo Mancella, rappresentante della Regione in cda – ma che deve avere come condizione un equilibrio che richiede i sacrifici di tutti”. La speranza, per il momento, è legata alla possibilità di interpretare in senso meno restrittivo la spending review del governo e diminuire così il possibile buco. Su tutto però pesa anche la spada di Damocle di 16 ex dipendenti a tempo determinato che hanno fatto ricorso per essere assunti: la decisione potrebbe arrivare già il prossimo anno e gravare ancor di più sui conti.
“Sono preoccupato per il futuro del Teatro Biondo di Palermo e dispiaciuto per l’esisto del tavolo convocato oggi in Prefettura; perché se da un lato registro l’impegno apprezzabile del Comune di Palermo e dell’assessore alla Cultura Francesco Giambrone, dall’altro la Provincia e la Regione sembrano ancora non comprendere il dramma di una vicenda che coinvolge certamente i dipendenti, ma innanzitutto il destino della cultura a Palermo e in Sicilia”. Lo dice Fabrizio Ferrandelli, deputato regionale del Pd all’Ars. “Oggi il commissario della Provincia di Palermo – aggiunge – ha detto a chiare lettere che il suo Ente può destinare al Teatro solo un dodicesimo del finanziamento dovuto: circa 70 mila euro sugli 800 previsti. Insomma, una mancia. Dal versante Regione, invece, l’assessore regionale ha delegato la presenza al tavolo a funzionari certamente autorevoli ma senza un chiaro mandato politico”. “Rinnovo l’appello al presidente Crocetta – conclude Ferrandelli – e lo invito a prendere in mano la situazione, altrimenti sarò costretto a unirmi alla protesta e ad occupare il Teatro Biondo con tutti quelli che chiedono che a Palermo e in Sicilia la cultura non muoia”.