PALERMO – “La Sicilia detiene dal dicembre scorso il non invidiabile primato di essere l’unica regione italiana a non essere dotata di un ufficio stampa. Questo ‘grazie’ all’arrogante atteggiamento del presidente Crocetta che ha licenziato i 21 giornalisti che ne facevano parte senza aver avuto la capacita’ politica – o la volonta’ – di ricostituire un servizio previsto dalla legge nazionale 150/2000 recepita anche in Sicilia anche se la specifica normativa regionale in materia risale addirittura al 1971″. A dichiararlo, con una nota ufficiale, è l’Assostampa siciliana.
“Per questo – prosegue la nota – l’Associazione Siciliana della Stampa ha inviato al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, e ai ministri della Funzione pubblica e degli Affari regionali, un esposto con una precisa richiesta di intervento sostitutivo – in forza dell’articolo 120 della Costituzione Italiana, comma 2 – nei confronti della Regione Siciliana per ripristinare immediatamente la legalita’ violata da Crocetta con le sue omissioni”.
Ricordando che l’informazione della propria attivita’ per gli Enti locali non e’ un optional ma e’ un preciso obbligo di legge per garantire la trasparenza nei confronti dei cittadini, il sindacato dei giornalisti chiede “che il presidente del Consiglio dei ministri assegni alla Presidenza della Regione Siciliana un congruo termine per adottare ogni opportuno provvedimento per la ricostituzione di un proprio ufficio stampa. In caso di persistente inerzia, chiede la nomina di un apposito commissario”.
“Adducendo inverosimili motivazioni economiche – aggiunge l’Assostampa – che in realta’ sono alibi che stanno diventando un meschino ritornello per molte amministrazioni pubbliche siciliane, Crocetta sta impedendo ai siciliani di essere correttamente e puntualmente informati sull’attivita’ della Regione, sostituendo l’informazione istituzionale professionale con la comunicazione personale faidate’. Un risultato, questo, che davvero e’ tutto l’opposto di quanto sbandiera il governatore sul rapporto tra istituzioni e cittadini”.