GELA (CALTANISSETTA) – Dopo nove mesi di governo Rosario Crocetta porta a Gela un bilancio del suo operato, dalla lotta alla mafia agli ‘intrighi’ politici che hanno caratterizzato le vicende interne al Pd, soprattutto in queste ultime settimane. Lo fa in occasione della chiusura della tre giorni Megaforum organizzata in concomitanza anche a Catania. Il governatore viene accolto con applausi scroscianti a Villa Garibaldi, luogo che ha ospitato l’iniziativa.
“E’ la solidarietà del popolo di Gela – ha esordito Crocetta – per i poliziotti che ogni rischiano la vita per difendere la libertà dei siciliani”, mentre il battito delle mani si allunga e si fa più forte nel ripercorrere con la mente il brutto incidente di ieri, in cui sono rimasti coinvolti due agenti della scorta e un addetto alla segreteria, il presidente afferma: “Domani chiamerò i responsabili del consorzio autostrade e saranno fulmini e saette. Avevo notato le difficoltà già al primo casello”.
Poi riferisce che “la situazione è controllata costantemente dai medici. Speriamo non ci siano complicazioni. Prego ogni giorno per questo. È stato concordato il trasferimento a Catania. Sono sicuro che i ragazzi ce la faranno. Personalmente ho mantenuto la calma e confidato in un ottimo intervento dei sanitari che ringrazio per quanto hanno fatto”.
L’intervista sul palco cade sui temi attuali e caldi della politica legati al rimpasto in giunta e alle controversie interne al Partito Democratico. L’annuncio clamoroso non tarda ad arrivare: “Domani non andrò alla direzione del Pd. Sarò a Catania perché operano un poliziotto della mia scorta. Un agente di polizia che rischia la vita vale più di questi minuetti della politica”. Il riferimento è chiaro alla polemica sulla rotazione degli assessori in giunta che da settimane tiene banco nella cronaca politica siciliana.
“E’ tutto un problema di posti, di visibilità intesa come spartizione del potere – commenta Crocetta aggiungendo – non posso discutere da nove mesi a queste parte sempre della rotazione di assessori. Mi fanno perdere tempo. Dal primo giorno che ho nominato la giunta, c’erano già i concorrenti. Ma io avevo chiesto un anno di tempo per una valutazione completa. Non mi pare che stiamo lavorando male. L’assessore Lo Bello ha sbloccato 2500 pratiche e con l’assessore Bianchi non abbiamo fatto nessun tagli ai posti di lavoro. Sia la Scilabra che Bartolotta lavorano bene dunque non capisco perché dovrei sostituirli”.
Verve e vivacità caratterizzano l’intervento del governatore che restando in tema di rimpasto dice: “Io non faccio il pupo o il burattino coi fili di nessuno. Fino a quando farò il presidente sarò sindaco di tutti i siciliani e griderò sempre per il rinnovamento della politica che significa fare il bene del partito. Se farò male i cittadini avranno il diritto di cacciarmi a calci nel sedere, ma il popolo deve avere la piena facoltà di giudicare”
Il discorso si sposta poi sulla Sicilia dei giovani e del lavoro che non c’è. E qui la parentesi curiosa è rappresentata dall’sms inviato da Nelli Scilabra e che Crocetta legge quasi in diretta sul suo telefonino alla platea: “Solo tu puoi capire e darmi risposte, lotto per questa nostra rivoluzione. Vorrei non sbagliare e non farti sbagliare. Ma ormai da mesi provo solo la solitudine. Scusa lo sfogo, ma lo posso fare solo con te. Non fa niente anche se non rispondi, notte Presidente”. “Ed io le ho risposto – rivela Crocetta – ‘Fregatene, ti voglio bene. Notte’. Dopo le sue denunce non può più condurre una vita normale. Ma perché i giovani non dobbiamo metterli alla prova? Così non avranno mai un’esperienza. Invece di fare fregare i soldi a Genovese – conclude il governatore – perché non li investiamo sui giovani?”.
L’accenno alla Formazione professionale è dunque doverosa: “Se lo Ial a Palermo, simbolo della ‘manciugghia’, riceve venti milioni di euro per i lavoratori e questi non glieli danno e spariscono, i sindacati non debbono portare i lavoratori alla Regione, che è vittima, ma occupare l’ente di formazione”.
L’ex sindaco di Gela esalta anche la città in cui è stato sindaco per sette anni perché “si è schierata per la legalità. Per questo i gelesi sono un grande popolo”. E parla delle connivenze della politica con la mafia che “non è fatta solo di delinquenti che spacciano ed usano le armi. Oggi c’è stata una parte del sistema imprenditoriale e politico vicino alla mafia, anzi c’è proprio dentro. E questo ha causato una sfiducia da parte dei cittadini che non hanno visto la parte migliore dello Stato. Così le risorse vengono sottratte al popolo per arricchire i potenti creando disoccupazione tra i giovani in modo allucinante”.
“Chi ha permesso che 71 detenuti prendessero mille-duemila euro di disoccupazione? La politica non si è occupata dei problemi, quindi ne è stata complice”. E lancia l’allarme: “La mafia non si farà rubare i miliardi senza reagire. Quindi potrebbe riprendendere la tentazione stragista contro un governo Crocetta, che vuole cambiare le cose. Il sistema criminale – prosegue Crocetta – è sbalordito dalle inchieste che si susseguono e mettono in mostra un sistema marcio al quale siamo riusciti a sottrarre 13 milioni di euro di terreno rubati alla mafia”. “Il sistema Regione ha fatto una saldatura con quello criminale, soprattutto a Palermo.
Alla domanda su possibili altre candidature che lascerebbero vacante la poltrona di presidente a Palermo replica con un secco: “A me Palermo piace. Mi affascina. Anche se mi fanno la corte, non mollo Palermo. Resto in Sicilia perché la amo e la voglio cambiare. Non so se riusciremo a costruire una società migliore, ma è sicuro che tutto quello che era vecchio sparirà”.