PALERMO – L’appuntamento è per domani pomeriggio alle 17 a Piazza Ottavio Ziino, sede dell’assessorato regionale alla Salute. E’ lì che titolari e dipendenti dei laboratori d’analisi si incontreranno e attenderanno l’esito dell’incontro tra l’assessore Lucia Borsellino e i sindacati dei dipendenti. Un incontro ‘accordato’ in seguito alle proteste di venerdì, quando i titolari delle strutture e alcuni laboratori hanno occupato l’assessorato, ma solo ai sindacati. I titolari, la Borsellino, non li ha mai incontrati. “E continua a non volerlo fare”, lamentano gli imprenditori, “limitandosi a sentire le ragioni dei sindacati che sono giuste, ma non ci rappresentano”.
Una protesta che va avanti ormai da settimane, da quando i proprietari delle strutture private e accreditate con la Regione hanno capito di non poter più andare avanti: con il taglio del 40 per cento sulle tariffe delle prestazioni e la richiesta, da parte dell’assessorato, di restituire quasi 50 milioni derivanti dall’applicazione di un tariffario sbagliato negli ultimi cinque anni, i titolari sono stati costretti ad avviare i licenziamenti e le riduzioni di orario ai dipendenti, in alcuni casi fino al 50 per cento. “Così chiudiamo”. Il grido d’allarme e sempre lo stesso ormai da giorni, forse da mesi, ma finora – dicono – “è rimasto inascoltato”.
Così domani i proprietari delle strutture, e anche i dipendenti, attenderanno davanti l’assessorato di avere risposte. Un documento con le richieste del settore, che darebbero momentaneamente respiro “alla morsa a cui siamo esposti in attesa di risolvere la questione – dice Fabio Nicolosi, uno dei titolari dei laboratori – anche dal punto di vista tariffario” . Il documento è stato inviato e protocollato negli uffici della Regione proprio venerdì scorso, e a quelle domande i titolari dei lavoratori si aspettano che l’assessore Borsellino risponda.
Le richieste, sostanzialmente, sono tre: un provvedimento indirizzato alle Asp che sospenda il recupero delle somme pregresse, la rivalutazione del tariffario Bindi, che è del 1996 e da giugno è stato decurtato del 40 per cento e l’attribuzione del budget per l’anno 2014 da definire entro il 2013: normalmente, infatti, le condizioni vengono sottoscritte a fine anno, sopo che per un anno i laboratori hanno offerto un certo tipo di servizio, e i budget, alla fine “per noi risultano sempre svantaggiosi”.
“E’ certo che in assenza di un provvedimento concreto che possa garantire il comparto della medicina di laboratorio – continua Nicolosi – ci sarà la sospensione dell’erogazione dei servizi per conto del servizio sanitario regionale e così l’incauta gestione dei politici eliminerà dal territorio le strutture che da 40 anni danno assistenza creando altri 10.000 disoccupati e privando dell’assistenza sanitaria i cittadini siciliani”.