Lectio magistralis del Guardasigilli Angelino Alfano all’università Kore di Enna sul giusto processo. Il suo intervento è stato interrotto da alcuni studenti che lo hanno contestato al grido di: “Non si tocca la Costituzione”. Alfano ha commentato con gli studenti la sortita del suo collega Renato Brunetta (“tornelli anche nelle procure”) e si è soffermato sul decreto che facilità l’accesso alle procure di ‘frontiera’.
L’unico fuoriprogramma è stato proprio quello della contestazione di alcuni studenti che hanno fatto irruzione in aula. Stavano ancora per srotolare uno striscione quando sono intervenute le forze dell’ordine che hanno fatto uscire i manifestanti, fra gli applausi dei ragazzi presenti in aula.
Il ministro Alfano ha chiosato: “Era un film previsto e già visto”. Si è detto abituato a scene simili, “bisogna tenere conto – ha aggiunto – del diritto alla protesta, ma anche del diritto di chi parla e del diritto allo studio e all’ascolto. Vi ringrazio per l’ascolto”.
Alfano affronta anche temi di attualità, a cominciare dall’uscita del ministro anti-fannulloni Renato Brunetta che ha proposta di adottare la soluzione dei tornelli anche nei tribunali, “molti lavorano 2-3 giorni su 7” ha detto il ministro della Funzione pubblica. “Sarebbe bello vedere gli uffici giudiziari aperti anche il pomeriggio con i magistrati che lavorano là dentro – ha detto Alfano senza vena polemica – tantissimi lavorano portandosi a casa i fascicoli ed è vero che lavorano”. Dà, dunque, ragione al presidente dell’Anm, Luca Palamara, che aveva risposto a Brunetta fra i denti evidenziando come i magistrati sono costretti a portarsi il lavoro a casa per la mancanza di uffici e di strutture: ”Se i magistrati, specialmente quelli giudicanti e della giustizia civile, decidessero di lavorare sempre in ufficio, non sapremmo dove metterli” ha dichiarato alla stampa Palamara.
Ma il Guardasigilli guarda avanti e cerca di spiegare la ricetta per migliorare il sistema-giustizia in Italia. “Noi stiamo lavorando per una riforma della giustizia che dia efficienza al sistema. Stiamo trovando risorse importanti per far viaggiare più velocemente il sistema giustizia”. E le risorse dovrebbero arrivare proprio dai tesori della mafia. “Noi speriamo di potere rimediare – ha sottolineato Alfano – con le risorse che arriveranno dai fondi giacenti dei beni confiscati alla mafia che stanno per esserci restituiti dagli istituti di credito e dalle Poste e che potremo investire nel sistema giustizia e sicurezza. Su questo siamo al lavoro con il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e le risorse ci permetteranno anche di risolvere questi problemi logistici”.
Poi giunge alla nota dolente: i posti lasciati vacanti nelle procure del Mezzogiorno. Una situazione che il Governo sta tentando di sanare con un decreto ‘ad hoc’, “speriamo che rispondano all’appello coloro i quali si rendono conto che lavorare per le procure di trincea, per queste zone di frontiera – ha aggiunto il Guardasigilli -, dà un di più da un punto di vista etico a questa grande professione che è quella di fare il magistrato”. E cita l’esempio di Anna Canepa, uno dei ‘giudici ragazzini’, costretta a scappare per le minacce della mafia, e rientrata ora a Gela, “prima ancora che entrasse in vigore la norma sugli incentivi”.
Fa capolino all’incontro anche la questione del Federalismo che ha animato la recente festa dell’Mpa in cui vi sono state forti contrapposizioni, soprattutto fra il sottosegretario Gianfranco Miccichè e il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli. Alfano chiude netto: “Stiamo tutti al lavoro per il bene della Sicilia”.