PALERMO – Firmate, alla vista del notaio, le prime tre domande di ammissione per entrare a far parte della ‘Grande Migliore Farmer’s Market s.p.a’, la società consortile che prevede di assegnare 230 stand di 18 metri quadrati ciascuno, suddivisi tra il pianterreno e il piano interrato del punto vendita di viale Regione Siciliana. Spazi in cui produttori siciliani potranno offrire al pubblico palermitano i loro prodotti alimentari esclusivamente made in Sicily. “In soli quattro giorni – dice Camillo Miceli, promotore della proposta – abbiamo avuto circa 45 adesioni e oggi sono state siglate le prime domande a titolo di impegno iniziale. Ogni giorno si procederà per appuntamento, a seconda delle adesioni, e contiamo di coprire tutti i 230 stand entro i primi di aprile”.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, a giorni, attiverà un secondo bando pubblico per l’acquisizione di Grande Migliore che, stavolta, comprenderà entrambi i piani e così la singolare proposta potrebbe rimettere all’opera tutti i 160 dipendenti dell’ex centro commerciale. Ogni stand sarà provvisto di due addetti, facendo una prima stima, l’apertura di 230 postazioni occuperebbe ben 460 persone “e contando l’impiego di addetti per altri settori operativi siamo intorno si 500 – aggiunge Miceli -. La precedente offerta presentata dal gruppo Bellavia, era stata presentata solo per uno dei due piani dell’ex centro commerciale Grande Migliore, e prevedeva l’assunzione di 60 ex dipendenti. Il nostro progetto garantirebbe non solo la piena occupazione dei 160 ex dipendenti di Grande Migliore, ma anche altri 340 posti di lavoro, ancora da selezionare”.
Ogni imprenditore per partecipare all’impresa dovrà versare una quota di 25 mila euro per alimentare l’iniziativa consortile e farla crescere. “L’importo – precisa Miceli – non potrà superare questa quota e l’imprenditore non potrà prendere più di uno stand, non ci saranno disparità”. Ma se l’accordo inizialmente prevedeva di versare l’intera quota in un’unica soluzione, risale ad appena poche ore fa la scelta di suddividere la cifra in due tranche: 10 mila euro subito e 15 mila euro da dare successivamente, nell’arco di un anno “per venire incontro alle aziende – spiega Miceli – in un momento di forte crisi come questo. In un anno gli imprenditori possono così iniziare a guadagnare e dare quando dovuto”. Fino al 15 marzo la società darà spazio agli imprenditori di Palermo. Dopo quella data, se non verrà raggiunto il numero pieno, le adesioni saranno aperte a imprenditori agricoli di altre province “che già sono in lista d’attesa – dice ancora – ci sono un sacco di persone interessate”.
Il consorzio si assumerà l’onere dei 160 dipendenti dell’ex Grande Migliore “che saranno assunti dalla società – conclude Miceli – ma saranno pagati dall’imprenditore. I lavoratori verranno tutelati da noi e, se l’imprenditore ad un certo punto non dovesse pagare, sarebbe fuori dal consorzio in quanto verrebbe violata una delle regole principali dello statuto che andrà firmato. Assumeremo inoltre altri 70 dipendenti, anch’essi pagati dagli imprenditori. Stiamo parlando di 170 posti in più di quelli garantiti dai Bellavia. Gli altri lavoratori, con i quali verrà raggiunto un numero pari a 500, invece saranno sotto la totale responsabilità degli imprenditori che li assumono”.
Nei giorni scorsi la Uiltucs aveva bocciato l’ipotesi di istituire un mercato del contadino nei locali dell’ex Grande Migliore di viale Regione Siciliana e alcuni dipendenti avevano mostrato preoccupazione e rivendicato “il mantenimento della destinazione d’uso della struttura” considerata la loro ‘seconda casa’, quella che occupano dal 7 gennaio scorso in segno di protesta. Miceli tuttavia assicura che “molti lavoratori, prima scettici, sono passati dalla nostra parte. Hanno capito che non c’è nulla di cui preoccuparsi. Siamo a buon punto e siamo sicuri al cento per cento di riuscire a completare il tutto nell’arco di due mesi”.
La Uiltucs, però, rimane sulle proprie posizioni. “È un piano ridicolo – dice Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs -; un progetto fallimentare per la città, quest’iniziativa non c’entra nulla con il luogo in cui la si vuole realizzare. Premetto che ho dei seri dubbi che all’interno di un consorzio di questo tipo, un mercato del contadino, si possano garantire tutti i lavoratori. Non si tratta di un atteggiamento di ostruzionismo ma di incredulità, stiamo parlando di 30 mila euro annui lordi per lavoratore, facendo un semplice calcolo ditemi voi a quanto ammonterebbe il costo del personale. Noi vogliamo un’azienda che garantisca i lavoratori nel futuro non nel breve o medio periodo”.
Non la pensa così la Fisascat Cisl. “Il nostro unico obiettivo – dice il segretario Mimma Calabrò – è la salvaguardia dei livelli occupazionali. Pur apprezzando quanto già fatto dal gruppo Gieco della famiglia Bellavia, come sindacato non possiamo consentirci di ignorare alcuna possibilità che salvaguardi i lavoratori”. Uiltucs e Fisascat Cisl concordano però su un punto: “Chiediamo sin da subito un incontro con Miceli per conoscere meglio i dettagli del progetto che si vuole portare avanti, vogliamo capire di cosa stiamo parlando”.