Progetti FUA a Catania, la denuncia: "Programmazione opaca"

Progetti FUA a Catania, la denuncia: “Programmazione opaca”

La denuncia di Cgil e Sunia
SINDACATI
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CATANIA – “Una programmazione opaca, scollegata dai bisogni sociali e priva di confronto reale con il partenariato”. È questa la dura presa di posizione di CGIL Catania e SUNIA Sicilia e Catania, che denunciano pubblicamente le scelte operate dall’amministrazione comunale nell’ambito della FUA (Area Funzionale Urbana), un investimento complessivo di 37 milioni di euro.

Critiche al metodo e al contenuto dei progetti

I sindacati, rappresentati da Carmelo De Caudo (segretario generale CGIL Catania), Rosaria Leonardi (segretaria confederale CGIL Catania), Giusi Milazzo (segretaria del SUNIA Sicilia) e Agata Palazzolo (segretaria del SUNIA Catania), criticano sia il metodo seguito che il contenuto concreto dei progetti selezionati.

“È inaccettabile che i progetti trasmessi alla fase definitiva risultino del tutto estranei rispetto a quanto discusso nella riunione del 13 marzo con il partenariato”, affermano i sindacati. “La documentazione illustrata allora individuava precise priorità sociali e urbane: emergenza abitativa, povertà educativa, mancanza di servizi nei quartieri popolari. Niente di tutto questo si ritrova nei progetti effettivamente presentati”.

Le organizzazioni sindacali sottolineano anche la totale assenza di una partecipazione sostanziale degli attori sociali e del territorio. Un elemento che contraddice apertamente, sottolineano CGIL e SUNIA, la stessa impostazione richiamata nella premessa del documento strategico dell’Area Urbana Funzionale, dove si ribadisce l’importanza del coinvolgimento dei partner locali, come previsto dalle linee guida europee del periodo 2007-2013.

CGIL e SUNIA si chiedono “a cosa serva richiamare i principi della coesione territoriale e del partenariato se, nei fatti, si decide tutto in maniera unilaterale? Questa non è partecipazione: è una scorciatoia che tradisce lo spirito della programmazione europea”.

Mancanza di visione e soluzioni a breve respiro

Secondo i sindacati, gli interventi non affrontano minimamente le criticità strutturali del tessuto urbano catanese.

“Ancora una volta si preferisce intervenire con operazioni di maquillage – concludono – dimenticando i quartieri storici abbandonati, le periferie escluse, le famiglie senza casa, i giovani senza luoghi. I progetti ignorano il quadro socioeconomico drammatico tracciato anche dall’ultimo rapporto Caritas. La nostra città merita una visione alta, non interventi a breve respiro. Serve coraggio politico, serve ascolto dei territori. Occorre restituire centralità ai diritti sociali, alla casa, all’istruzione, alla cultura, alla coesione urbana. Senza queste scelte, il futuro resta una promessa vuota”.


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