PALERMO – “Con questo voto è finito il crocettismo come schema politico, è finita l’idea che dal governo si organizzi il consenso, che dal governo si tratti coi singoli parlamentari per guidare la Regione”. Fausto Raciti è entusiasta. Quello del Partito democratico – soprattutto in Sicilia, dove ci si aspettava un boom di preferenze per il Movimento 5 Stelle – per il segretario regionale è un risultato “stupefacente, al di là di ogni aspettativa”. Un risultato che, però, come previsto potrebbe stravolgere i già traballanti equilibri della maggioranza del governo guidato da Rosario Crocetta.
La conferenza stampa tenuta da Raciti e dalla capolista nelle Isole, Caterina Chinnici, non è certo servita a sotterrare l’ascia di guerra che il governatore e parte dei democratici, soprattutto quelli che sostenevano il giurista Giovanni Fiandaca, si sono sventolati contro per tutta la campagna elettorale portandola ad una vera e propria guerra dell’antimafia e nell’antimafia.
Ma adesso, quel periodo volge al termine: “Finisce l’idea retorica e strumentale della lotta alla mafia usata per interessi personali – dice il segretario Pd – , se il voto era un test in questo senso l’esito è evidente”. Ed evidente lo è pure il risultato portato a casa dalla candidata del governatore, l’assessore al Turismo Michela Stancheris, che pur avendo ottenuto circa 71.000 preferenze, è arrivata soltanto quinta. “Abbiamo vinto nonostante il fuoco amico che ci è stato scatenato contro – dice Raciti – e adesso a parlare sono i numeri: Crocetta prenda atto del risultato, e sia lui a dirci cosa vuole fare”.
La palla passa in mano al governatore, quindi? Sì e no. Perché anche se il Pd aspetta ancora che il presidente della Regione si pronunci, non parla di rimpasto né di sfiducia, una cosa viene fuori: “niente è escluso”. Nemmeno, appunto, la sfiducia. Raciti lo dice alla fine della conferenza stampa, il suo è quasi uno sfogo: “Non mi faccio suicidare da Crocetta”.
La bocciatura al governo, intanto, è netta. Per il segretario Pd, “fino ad oggi è stato il pantano”, e il presidente della Regione “deve capire che senza il Pd non se ne esce”. “Ho trovato surreale – continua il segretario regionale dei democratici – che il presidente manifestasse con i sindacati contro l’Ars, una iniziativa grottesca e profondamente anti istituzionale. Parlano i dati di fatto, e cioè ad esempio che la manovra finanziaria non aveva coperture credibili. La sensazione che ho avuto in campagna elettorale? Quella di un presidente della Regione che ha difficoltà a praticare la piazza. Dovrebbe essere lui il primo, adesso a riflettere su questo aspetto. Crocetta è arrivato quarto tra i siciliani e quinto nella circoscrizione: rifletta attentamente sulla la sua popolarità e si confronti con il Pd fuori dalla logica delle correnti che lui ha portato avanti finora”