PALERMO – Una vittoria in parte annunciata, ma non per questo meno dirompente, che permette al Movimento cinque stelle di conquistare la prima città del Palermitano. Al termine del ballottaggio, infatti, il pentastellato Patrizio Cinque è riuscito nell’impresa di diventare il nuovo sindaco di Bagheria, il centro più popoloso di tutta la Provincia (dopo il capoluogo), tornato alle urne dopo la sfiducia a Vincenzo Lo Meo e la dichiarazione di dissesto finanziario.
Adesso al grillino toccherà l’arduo compito di guidare un Comune che, per via del crac, dovrà stringere la cinghia, ridurre al minimo le spese e aumentare al massimo le tasse per almeno cinque anni. Non proprio il migliore dei biglietti da visita per Cinque, il cui schiacciante successo elettorale (è stato il candidato più votato al primo turno e al ballottaggio ha sfiorato il 70%) ha però sicuramente beneficiato del clima di malcontento che serpeggia a Bagheria tra gli elettori. Ma a sorprendere, oltre che l’appartenenza politica, è anche la giovanissima età del nuovo primo cittadino che infatti ha appena 28 anni (ne compirà 29 il 23 giugno) e che ha beneficiato anche dell’appoggio del politologo americano Edward Luttwak. Laureato in Comunicazione Istituzionale e Politica, Cinque è stato uno dei fondatori del gruppo grillino di Bagheria: un militante della prima ora che, dal 2012, è anche collaboratore del gruppo parlamentare del M5s a Palazzo Reale, occupandosi in particolar modo della prima commissione, quella dedicata agli Affari Istituzionali.
“Uno dei nostri primi provvedimenti sarà la presentazione al ministero di un bilancio in riequilibrio – spiega Cinque a Livesicilia – programmeremo i primi interventi con una grande assemblea dei dipendenti per risolvere i problemi della macchina amministrativa. Nei prossimi giorni stileremo una road map con i tempi di realizzazione del nostro programma elettorale, calendarizzando i prossimi sei mesi: dai rifiuti, con la gara d’appalto per esternalizzare il servizio di raccolta e un centro comunale di raccolta per la differenziata, alla manutenzione delle strade che sono piene di buche. Verificheremo inoltre l’esigibilità dei residui attivi che ammontano a 62 milioni di euro. Domenico Mastrolembo sarà il nostro assessore al Bilancio e al Personale, un funzionario regionale che ha gestito diversi comuni in dissesto e che ha le capacità e le competenze per risolvere la grave situazione. L’appoggio di Luttwak? Penso abbia influito di più il lavoro degli attivisti e dei parlamentari in questi due anni, oltre a quello di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio”.
E proprio i rifiuti saranno il banco di prova della nuova amministrazione, con un Comune messo in ginocchio dai buchi in bilancio e su cui il M5s ha sempre avuto proposte forti che puntano sulla differenziata e il riciclo dei rifiuti. Altro tema caldo sarà il taglio degli sprechi, delle spese della politica e la gestione del cimitero, al centro di uno scandalo alcune settimane fa.
Sconfitto, invece, il candidato del Pd Daniele Vella, considerato vicino all’assessore regionale Nelli Scilabra e al governatore Rosario Crocetta. Un’area, quella del presidente della Regione, che deve fare i conti anche con la sconfitta a Monreale di Alberto Arcidiacono, battuto dal candidato del Pd Piero Capizzi che ha ottenuto il 55% dei consensi. Avvocato 40enne, penalista, già consigliere comunale e presidente del consiglio comunale, aveva rifiutato ogni apparentamento dopo il primo turno. “E’ un giorno importante, ha vinto Monreale che ha creduto nel nostro progetto politico di cambiamento – dice Capizzi a Livesicilia- siamo soddisfatti per il grande risultato. Da domani ci sbracceremo per garantire tutta la città”.
Chiude la partita dei comuni al voto Salvatore Burrafato, che riesce a confermarsi sindaco di Termini Imerese con il 56% delle preferenze ai danni di Agostino Moscato. Funzionario della Regione, 48 anni, è figlio di Antonino Burrafato, poliziotto ucciso dalla mafia nel 1982 ed è considerato vicino al senatore Beppe Lumia.