PALERMO – Quasi mezzo milione di euro in venti giorni. E una sorpresa: il contratto non è uno, ma sono due. La vicenda della gestione informatica del Piano giovani si tinge ulteriormente di giallo. La dirigente generale Anna Rosa Corsello, tra il 4 e il 27 giugno scorsi ha infatti dato il via libera a due finanziamenti per la società Ett (nelle sue due anime di spa e Srl che in un caso, come vedremo, addirittura finiscono per sovrapporsi). Contratti entrambi “necessari” a far funzionare il portale per i tirocini. Con i risultati che sappiamo.
Non uno, ma due contratti quindi. E la situazione appare persino curiosa, visto che la Corsello in quelle occasioni ha interpretato quasi il ruolo di dirigente “ubiquo”. Il 4 giugno vestiva l’abito di capodipartimento del Lavoro, il 27 quello analogo alla Formazione (dove regge l’interim). In entrambi i casi, ecco gli affidamenti diretti alla società genovese, destinataria, tra la fine del 2012 e appunto il giugno di quest’anno, di commesse pari a oltre un milione di euro.
Due contratti, non uno. Che la dirigente proprio in questi giorni ha deciso solo di sospendere cautelativamente (“anche al fine di procedere – scrive la Corsello – alle verifiche sulla piena e corretta esecuzione delle relative prestazioni”), mentre ha revocato l’accordo da 5 milioni con Italia Lavoro.
Ma i dubbi, al di là dell’esito, stanno a monte. Il primo contratto costato la bellezza di 244 mila euro, iva inclusa, come detto è del 4 giugno. Ma l’origine di quell’accordo in realtà affonda a mesi addietro. Ai primi mesi di quest’anno, quando il dirigente generale del dipartimento Lavoro Anna Rosa Corsello dapprima “accetta” (nel decreto di finanziamento non si fa riferimento a nessuna trattativa, o controproposta da parte della Regione) l’offerta tecnico-economica della Ett srl “per l’importo complessivo di 200 mila euro oltre Iva”. La spesa per la Regione sarà quindi di 244 mila euro. Stando alle parole messe nero su bianco dalla Corsello sull’accordo, la Ett è sostanzialmente l’unica società in grado di garantire quel servizio. Così, ecco l’affidamento diretto. Accordo che viene perfezionato, però, solo a giugno, (ed ecco la curiosità, la ditta non è più una Srl, ma la Ett spa) quando il dipartimento approva quel contratto sottoscritto mesi prima, dando il via libera al finanziamento.
Ma cosa doveva fare la Ett con i 244 mila euro? La risposta è nel testo del contratto. E racconta una storia nella storia. L’accordo da 244 mila euro riguarda il sistema “Silav Regione Siciliana – personalizzazione del sistema informativo Lavoro riuso Regione Marche”. Il compito dell’azienda, quindi, era sostanzialmente quello di adeguare alla realtà siciliana una piattaforma già utilizzata in un’altra Regione. E per di più ceduta gratuitamente dalle Marche alla Sicilia, come emerge dalla delibera della giunta marchigiana dell’ottobre del 2013 che sfocia nell’accordo sottoscritto tra il Dirigente della posizione di Funzione servizi per l’impiego, mercato del Lavoro, crisi Occupazionali e produttive Fabio Montanini e appunto Anna Rosa Corsello. “La Regione Marche – si legge nell’accordo – concede a tempo indeterminato e a titolo gratuito e non esclusivo, il diritto di utilizzare, a decorrere dalla data di sottoscrizione del presente atto e con le modalità di seguito indicate, il Programma applicativo denominato J.A.NET.: JOB AGENCY NETWORK fruendo del codice in formato sorgente completo e della relativa documentazione. I diritti di proprietà, di utilizzazione e di sfruttamento economico del programma – si legge sempre nell’accordo cui fa riferimento la stessa Corsello nel decreto di finanziamento – rimangono in via esclusiva in capo all’amministrazione concedente”.
Un passaggio, questo, che contrasta con quanto affermato ufficialmente dalla dirigente in una nota inviata ad Antonio Ingroia e al presidente Crocetta: “La società privata, – scrive la dirigente – sul sistema della Regione Marche così come su quello del Ministero del Lavoro e delle altre Regioni, ha registrato il diritto di proprietà intellettuale e di sfruttamento economico”. Comunque sia, il dirigente generale del dipartimento Lavoro approva il contratto, sottoscritto col rappresentante della società, in qualità di Procuratore, Davide Garbo. Tra gli oneri e gli obblighi della Ett, “i rischi relativi alle attività ed agli adempimenti occorrenti all’integrale espletamento dell’oggetto contrattuale”, quello di “eseguire le prestazioni oggetto del presente contratto a regola d’arte” e di “tenere indenne il Dipartimento da tutte le conseguenze derivanti dalla eventuale inosservanza delle norme e prescrizioni tecniche”. Il dipartimento, dal canto suo, manteneva la facoltà “di procedere, in qualsiasi momento e anche senza preavviso, alle verifiche sulla piena e corretta esecuzione del presente contratto”. Il portale Silav, per intenderci, è utilizzato dai Centri per l’impiego e contiene tra le altre cose, l’accesso alle informazioni della Garanzia giovani. È il 4 giugno 2014 quando il contratto viene approvato. Da qualche mese, Sicilia e-Servizi è già tornata una società “vera e propria”, cioè fuori dal regime di liquidazione. Ma stando alle parole di Antonio Ingroia, la società regionale non viene nemmeno interpellata. Nemmeno per quell’adeguamento. E lo stesso succederà tre settimane dopo.
Formalmente, il soggetto che sottoscrive il contratto è diverso: non più il dipartimento Lavoro, ma quello della Formazione e Istruzione. Ma la persona fisica è la stessa. Anche stavolta Anna Rosa Corsello si incontra con Davide Garbo che in questo caso veste anche i panni del Project manager. In occasione di questo secondo contratto, la dirigente fa espressamente riferimento a quello approvato ventitrè giorni prima. Anche in questo caso, l’offerta è “standard”: 200 mila euro Iva esclusa e prevedeva la “realizzazione del portale Piano Giovani; avvio, installazione, configurazione e gestione del sistema; formazione del personale regionale (9 giornate per max 30 discenti a giornata); assistenza, help desk e manutenzione adeguativa e correttiva (fino alla scadenza del contratto); hosting dell’infrastruttura hardware necessaria al corretto funzionamento del sistema, del software e gestione banca dati”. E il fatto che i due contratti “viaggiassero insieme”, nonostante il primo fosse destinato ad altri compiti e funzioni è confermato da un altro passaggio dell’ultimo contratto: “Avendo sviluppato la società contraente – si legge – il Sistema informativo lavoro Silav, acquisito in riuso dalla Regione Marche, di cui il Sistema di gestione della Garanzia giovani costituisce una integrazione, la medesima possiede in via esclusiva le specifiche capacità per realizzare la presente fornitura, che non cosentono che rivolgersi a essa direttamente”. Per farla breve, la dirigente Corsello ritiene anche in questo caso che la società Ett sia l’unica a poter svolgere quel compito anche perché già autrice della personalizzazione del sistema Silav. Proprio l’attività a cui la Corsello aveva dato il via libera 23 giorni prima. La “personalizzazione” del sistema machigiano e l’estensione di quel “riuso” (come se fosse, in un certo senso, una piattaforma ‘di seconda mano’) al Piano Giovani, insomma, costano quasi mezzo milione di euro in venti giorni alla Regione. Che, stando al secondo accordo, aveva la facoltà di “procedere in qualsiasi momento e anche senza preavviso, alle verifiche sulla piena e corretta esecuzione del contratto”.
Ma non solo, oltre all’obbligo del collaudo (la cosiddetta verifica di conformità) da espletare “entro il termine di 30 giorni dalla data di comunicazione dell’ultimazione della fornitura”, il dipartimento “si riserva – si legge sempre nel contratto – di effettuare verifiche funzionali periodiche. A fronte di tali verifiche verrà redatto un verbale. La Società – prosegue il contratto – dovrà provvedere, senza oneri aggiuntivi per il dipartimento, all’eliminazione degli eventuali vizi, malfunzionamenti e difformità riscontrati durante le operazioni di collaudo entro il termine di 30 giorni”. Inoltre, l’accordo prevedeva che, in caso di inadempimento, il dipartimento avesse “facoltà di dichiarare risolto di diritto il presente contratto”. Se il collaudo del portale sia stato o meno effettuato, non c’è traccia. Nè c’è alcun segno tangibile di verifiche operate dal dipartimento. Ma visti i risultati e le cause, messe nero su bianco anche dalla relazione di Sicilia e-Servizi, qualcosa certamente non è andata per il verso giusto. Il “click day” dei giovani, così, si è trasformato in un flop day. Da mezzo milione di euro.