PALERMO – Rivedere la convenzione, ritoccarla in più punti e soprattutto aprire una nuova stagione di rapporti tra l’amministrazione comunale e il Palermo calcio. Sala delle Lapidi, a sorpresa, approva un ordine del giorno che impegna la giunta Orlando a non rinnovare in automatico la convenzione per lo stadio “Renzo Barbera”, in scadenza il 10 settembre, almeno non prima di averla portata in Aula per sottoporla al vaglio dei consiglieri. Un ordine del giorno proposto dal capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo e condiviso trasversalmente da maggioranza e opposizione, che rischia però di creare più di un malumore in viale del Fante. “La convenzione va rivista – dice Tantillo – dobbiamo salvaguardare il decoro dello stadio”. Ma andiamo con ordine.
I rapporti tra il Comune e il Palermo calcio per l’uso dello stadio cittadino sono regolati da una apposita convenzione siglata il 28 aprile del 2011 dal Patrimonio e dall’allora amministratore delegato della società sportiva Rinaldo Sagramola. Ventisette articoli che però scadono mercoledì prossimo e che non possono essere rinnovati tacitamente: l’amministrazione deve fare un atto ad hoc, a meno che il consiglio comunale (come ha fatto) non chieda di poterla modificare. Ma cosa prevede la convenzione? Il Palermo si impegna a versare ogni anno nelle casse di piazza Pretoria un canone di 315mila euro più iva in rate trimestrali, che però possono essere defalcati dalle spese di manutenzione straordinaria fino a portare la cifra da pagare a zero, come avvenuto nel 2013 (secondo quanto scritto nel bilancio consuntivo del Comune).
“La convenzione della societá Palermo calcio – spiega Tantillo – è competenza del consiglio comunale, quindi considerato che scade il 10 settembre abbiamo chiesto all’amministrazione di prepararne una nuova. La nuova convenzione dovrá salvaguardare il decoro dello stadio, simbolo storico dello sport della cittá. Nessun atto di sfiducia nei confronti di nessuno, abbiamo chiesto di applicare il regolamento”.
Il Palermo, oltre allo stadio, gestisce gli spazi pubblicitari, i parcheggi antistanti lo stadio delle Palme, l’ex centro stampa e l’Ippodromo e in cambio si occupa della cura dell’impianto, della pulizia delle ampie vetrate che danno su viale del Fante, della manutenzione del manto erboso, delle poltroncine, della tribuna stampa e dei servizi igienici. La società, inoltre, deve avere due polizze fideiussorie da 78mila e 516mila euro (quest’ultima per danni a persone o cose) e “concedere” al Comune l’impianto per manifestazioni di interesse cittadino nel rispetto del calendario del campionato.
Una clausola, questa, che è però stata motivo di scontro tra Orlando e Zamparini questa estate, quando il primo avrebbe volto usare il Barbera per ospitare l’incontro di rugby Italia-Samoa, test match valido per il “Sei nazioni” e in programma l’8 novembre e caldeggiato anche dal presidente della commissione al Patrimonio Francesco Bertolino. L’imprenditore friulano si è opposto e ne è nata una querelle (in cui alla fine l’ha spuntata il Palermo calcio, visto che dopo due giorni si gioca Palermo-Udinese), ma che ha lasciato più di uno strascico. A luglio però il sindaco era stato chiaro: in una nota ufficiale aveva annunciato la modifica della convenzione, scottato dal fatto che alla fine l’incontro di rugby si terrà ad Ascoli Piceno. La convenzione prevede che sia il Palermo a incassare in toto i proventi della pubblicità e dall’installazione di banchi per la ristorazione e che preveda spazi appositi per stampa e disabili.
“Dobbiamo chiedere un milione di euro l’anno, defalcando la manutenzione – dice Mimmo Russo del Misto – e chiedere che una parte degli introiti pubblicitari vada al Comune. Inoltre non é pensabile che la cittá si faccia interamente carico dei costi connessi alle partite e mi riferisco a quelli sostenuti da Rap e dalla Polizia municipale”. “Servono regole certe – dice Rosario Filoramo del Pd – é gravissimo che non si sia potuta svolgere partita della nazionale di rugby. Dobbiamo adeguare il canone e chiedere l’aggio sugli introiti pubblicitari, ma anche dire no agli ingressi gratuiti per giunta e consiglieri”.
Il capogruppo forzista ha presentato un’interrogazione chiedendo se il canone è stato pagato, se i 36.349 posti sono tutti agibili, se viene curato il decoro della struttura e la pulizia della vetrata (e con che periodicità), se il Comune ha usato l’impianto e se vi sono stati infortuni.