AGRIGENTO- Sono 101 gli indagati che questa notte hanno ricevuto la visita degli uomini della Digos di Agrigento che hanno eseguito l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento Ottavio Mosti su richiesta del procuratore Renato Di Natale, del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Andrea Maggioni. L’indagine ha portato allo scoperto due presunte organizzazioni separate che facevano capo rispettivamente a Antonio Alaimo, bidello di Favara e a Daniele Rampello pensionato di 46 anni.
Entrambe avrebbero costruito un vero e proprio “circo” come lo ha definito il gip, un circo che coinvolgeva medici, paramedici, autisti di ambulanze, anziani e gente comune che pagava – secondo le accuse – per ricevere false certificazioni al fine di percepire le agevolazioni della Legge 104. I nomi degli arrestati del blitz chiamato “la carica delle 104”: Giuseppa Gallo 61 anni, di Naro, medico in servizio al presidio sanitario di Canicattì e Naro, Giuseppe Candioto, 61 anni, di Campobello di Mazara e medico all’Asp di Agrigento, Daniele Rampello, pensionato di 46 anni, il medico Antonino Scimè, di 64 anni; ai domiciliari sono invece finiti Angelo Greco, pensionato di 57 anni, Alfonso Russo, 46 anni, medico di Aragona, Antonia Matina, favarese di 57 anni, medico del policlinico Giaccone di Palermo, Lorenzo Greco, medico agrigentino di 60 anni, in servizio all’Asp di Agrigento, Giuseppe Porcello, narese di 74 anni, componente della commissione per l’accertamento della invalidità civile di Agrigento, Salvatore Attanasio, medico agrigentino di 58 anni e Gaetana Cacioppo, 60 anni, funzionaria dell’Inps di Agrigento.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria invece per Angelo Gallo, pensionato narese di 64 anni, Antonino Ragusa, disoccupato di 47 anni, Daniela Piera Lo Iacono, 48 anni, autista di ambulanze, Emilio Attanasio, 23 anni, autista di ambulanze. Anche persone di spicco tra persone indagate: ci sono Gianfranco Pullara, medico legale, consulente della Procura in decine di delitti, Giorgio Patti, sociologo dell’Asp di Agrigento. Un’organizzazione che avrebbe coinvolto quindi anche dirigenti dell’Asp, dell’Inps e medici che per pochi soldi (anche 100, 200 euro) avrebbero rilasciato certificati falsi per fare in modo che l’interessato ricevesse la pensione di invalidità oppure ricevesse privilegi per l’assistenza di qualche parente risultante invalido ma -come mostrano anche i video che però non sono stati divulgati- che vivono normalmente.
In quelle immagini ci sarebbero persone anziane che, al momento dei controlli, fingevano di essere paralizzate o costrette sulla sedia a rotelle per poi scendere dall’ambulanza, con i propri piedi. Sempre nei video si vedrebbero medici che prendono mazzette in cambio di certificati, video inequivocabili in cui gli indagati compiono l’atto illecito, secondo la Procura. Addirittura in un video un medico compirebbe personalmente l’esame spirometrico per poi intestarlo al paziente bisognoso del certificato falso.