PALERMO – Si sono presentati in dieci. Un blitz in piena regola quello dei finanzieri nella sede dell’assessorato regionale alla Formazione professionale. Avevano in mano la delega per indagare sul “Piano giovani” firmata dai pubblici ministeri della Procura regionale della Corte dei conti. I militari hanno acquisito documenti e delibere, e ascoltato il dirigente del Dipartimento Gianni Silvia, il dirigente del Servizio programmazione Maurizio Caracci, e il dirigente per le politiche di coesione Domenico Giubilaro.
D’altra parte i magistrati contabili, come rivelò Livesicilia, sono stati stati primi a muoversi nel caldo agosto della Formazione professionale. I pubblici ministeri di via Cordova, guidati dal procuratore Guido Carlino, hanno il compito di scovare eventuali profili di danno erariale. E così saranno passati al setaccio tutti gli atti amministrativi di quello che era stato presentato come un piano rivoluzionario e si è trasformato in un clamoroso flop.
A cominciare dagli affidamenti diretti assegnati dal dirigente generale dei dipartimenti Lavoro e Formazione professionale, Anna Rosa Corsello – che nel frattempo è stata inscritta nel regiostro degli indagati della Procura ordinaria per l’ipotesi di abuso d’ufficio – alla società genovese Ett. La Electronic technology team ha ottenuto circa mezzo milione di euro per gestire e fare funzionare il portale dei tirocini. Si tratta della piattaforma informatica andata in tilt nelle ore del click day. Con l’affidamento diretto si scavalca l’obbligatoria gara ad evidenza pubblica. Ad una condizione, però: la società incaricata deve essere l’unica a poter svolgere il compito richiesto dalla pubblica amministrazione. Fra le clausole contrattuali la Corsello, non a caso, specificava che “sussistono ragioni di natura tecnica per cui il contratto può essere affidato unicamente ad un operatore economico determinato (ETT Srl)”. Era davvero così? Muove da questo interrogativo il lavoro della Procura regionale della Corte dei Conti che analizzerà anche gli altri affidamenti diretti del Piano giovani. Ad esempio la commesse da 5 milioni di euro assegnate senza gara a Italia Lavoro.
E non è tutto. Il piano nella parte relativa alla misura “giovani in impresa” è finanziato con 19 milioni di euro di fondi europei. Ecco allora altri punti di domanda: come saranno spesi i soldi, c’è il rischio di sprecare le risorse comunitarie, è già stato utilizzato del denaro e per fare cosa? L’inchiesta dei pubblici ministeri di via Cordova proverà a fare chiarezza nel caos generale. Cercherà di capire se ci siano attuali profili di danno erariale, e se è ipotizzabile che ce ne siano in futuro. Altra faccenda è la vicenda penale. Nel fascicolo del procuratore aggiunto Dino Petralia e del sostituto Piero Padova ci sono gli interrogatori, in qualità di persone informate sui fatti, degli assessori alla Formazione, Nelli Scilabra, e al Lavoro, Giuseppe Bruno. Presto ci sarà anche quella dell’ex dirigente del Dipartimento Anna Rosa Corsello, che per altro ha chiesto di essere convocato. Il suo, però, sarà un interrogatorio in veste di indagata.