Ars, sì al Piano sanitario regionale | Salvi (per ora) i 9 ospedali in bilico - Live Sicilia

Ars, sì al Piano sanitario regionale | Salvi (per ora) i 9 ospedali in bilico

La commissione Salute all'Ars dà parere positivo alla riforma della rete ospedaliera voluta dal governo regionale sulla base delle indicazioni del Ministero. La chiusura, nel 2017, delle strutture sanitarie, sarà il frutto di una valutazione delle performance dei prossimi tre anni.

PALERMO – Non verranno chiusi. Almeno per il momento. I nove piccoli ospedali destinati a scomparire, sulla base del nuovo piano regionale della rete ospedaliera non sono più “condannati a morte”. La commissione Salute dell’Ars ha infatti dato parere positivo al Piano del governo regionale che rivedrà la distribuzione nell’Isola di nosocomi e posti letto. Ma lo ha fatto solo a condizione che lo stesso governo accolga nel piano la risoluzione approvata all’unanimità dalla commissione. Una risoluzione che cancella, con un “colpo di penna”, il riferimento agli ospedali di Ribera, Giarre, Mazzarino, Noto, Leonforte, Barcellona Pozzo di Gotto, Salemi e Scicli, oltre che dell’ospedale palermitano “Ingrassia”, che, stando al Piano della regione, dovevano essere trasformati in “ospedali di comunità” dedicati solo a lungodegenti.

Passa quindi la risoluzione della commissione. Una sorte di compromesso che indurrà però il governo a tener conto della posizione del parlamento. Un testo voluto e caldeggiato inizialmente dal presidente della sesta commissione Pippo Digiacomo, che ha tentato di accogliere e sintetizzare le richieste dei parlamentari. Ed è stato ulteriormente arricchito da alcuni emendamenti piovuti oggi stesso in commissione.

“Non posso che essere soddisfatto – ha commentato Digiacomo – per il lavoro svolto dai componenti della commissione che hanno accolto la  proposta di prevedere, nell’ambito del parere da rendere rispetto al Piano di riqualificazione e rifunzionalizzazione della rete ospedaliera, la definizione di una griglia di valutazione di tutte le unità operative complesse e semplici del sistema sanitario siciliano scongiurando la prevista chiusura delle nove unità a rischio e rimettendosi ad una valutazione da effettuare entro il 31 dicembre 2016”.

“Per la definizione del nuovo Piano ospedaliero – aggiunge Digiacomo –sarà, quindi, necessario procedere ad una valutazione  di tutte le strutture, e solo alla luce degli esiti  deciderne il futuro. In pratica, nessun ospedale oggi è ‘predestinato’ ad essere convertito o ridimensionato. Questa indicazione è stata accolta dalla commissione e dal governo: un segnale deciso, dunque, di trasparenza e rassicurazione per i territori, oltre che per le strutture e il personale.  Tutto ciò consentirà  ai direttori generali – conclude – la possibilità di assicurare dotazioni organiche e strutturali al fine di migliorare la funzionalità di tutti i presidi nella prospettiva  dell’avvio dei concorsi per il rinnovo delle piante organiche. Infine, la risoluzione ha ripristinato condizioni di parità tra i centri trapianti della regione”.

Gli emendamenti alla risoluzione sono stati trasversali. Sottoscritti, insomma, da esponenti di opposizione come Santi Formica e Gino Ioppolo della Lista Musumeci, ma anche della maggioranza, ed è il caso dei parlamentari Drs Beppe Picciolo e Salvo Lo Giudice, oltre che del parlamentare di Articolo 4 Totò Cascio. Già, più delle “geografie” del parlamento, in questo caso, ha pesato la geografia vera e propria. I territori di riferimento dei singoli deputati.

Così, la risoluzione prevede la cancellazione del riferimento ai nove ospedali. Ospedali che sarebbero stati chiusi, stando ai criteri forniti dal ministero della Salute nel 2017. Si procederà, invece, da qui fino al 2017 alla valutazione delle performance delle strutture, sulla base di una griglia che verrà definita in un secondo momento.

“Abbiamo chiesto con un emendamento – spiega Ioppolo – che si potenziassero le strutture inizialmente destinate alla chiusura. Bisogna, insomma, che gli ospedali partano tutti ‘dallo stesso livello’. Nel 2017 si vedrà”. E le valutazioni potrebbero puntare alla chiusura non tanto di interi ospedali, quanto di unità semplici o complesse all’interno degli stessi.

“Nel varo del nuovo piano – il commento dei deputati Picciolo e Lo Giudice –si tiene conto anche del parere recente del Consiglio di Stato che sposta al 2017 l’applicazione dell’accordo tra governo e regioni. Viene quindi scongiurato il depotenziamento di alcuni ospedali siciliani che sarebbero diventati ospedali di comunità. Questi ultimi avranno pari condizioni sulla base degli strumenti che l’assessore individuerà sulla appropriatezza delle prestazioni erogate e sulla efficienza e qualità delle stesse”. In particolare Picciolo esprime “soddisfazione per la soluzione trovata per il nosocomio di Barcellona Pozzo di Gotto che avrà la sua chance di rilancio. Sono certo – afferma Picciolo  – che il direttore generale Sirna saprà offrire gli strumenti idonei alla rifunzionalizzazione e riqualificazione del presidio ospedaliero da troppo tempo nell’ombra rispetto alle attenzioni dell’assessorato alla Salute. Lo Giudice sottolinea come “la risoluzione approvata consente la salvaguardia dell’ospedale Ingrassia di Palermo”. Soddisfazione anche da parte del deputato Ncd Vincenzo Vinciullo per il “salvataggio dell’ospedale di Noto”. “Al netto delle valutazioni del Consiglio di Stato – sottolinea il capogruppo Udc Mimmo Turano – si tratta di un risultato importante che consentirà di riorganizzare l’intera rete ospedaliera dell’emergenza e del territorio alla luce di nuovi parametri non solo quantitativi. La nuova rete, a cui siamo arrivati grazie anche al lavoro dell’assessore Borsellino, ci consentirà anche di sbloccare ed innovare l’erogazione della prestazione ospedaliera”

Adesso, la risoluzione impegna il governo a inserire queste modifiche all’interno del Piano. Ma il documento rappresenta comunque un “atto di indirizzo”. L’esecutivo, insomma, può decidere anche di non tenerne conto. Adesso, intanto, il Piano può approdare in Gazzetta ufficiale. E da lì, il possibile sblocco dei nuovi concorsi nella Sanità. Nei prossimi giorni, l’assessore Borsellino sarà a Roma per verificare le conseguenze del parere del Consiglio di Stato che mette in discussione l’intesa in Conferenza Stato-Regioni alla base del regolamento. Secondo i giudici amministrativi, infatti, il testo nazionale sulla base del quale è stato stilato il piano regionale, è “da riscrivere”.


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