PALERMO – Oltre 150 anni di carcere. La stangata per il clan di Porta Nuova è arrivata dopo tre ore di camera di consiglio. Alla sbarra c’erano alcuni dei presunti affiliati ad uno dei mandamenti mafiosi più potenti della città. L’operazione dei carabinieri – era il 2011 – fu denominata Pedro, dal soprannome di Calogero Lo Presti, uomo forte del clan giudicato in un altro processo.
Persino la produzione della fiction non sarebbe sfuggita alla regola del racket. Sul set di Squadra Antimafia Palermo Oggi si sarebbero aggirati i mafiosi veri. La cosca di Porta nuova avrebbe controllato il servizio di trasporti e ristorazione per le troupe e gli attori della fortunata serie tv, campione di ascolti sull’ammiraglia delle reti Mediaset. I magistrati che coordinarono l’inchiesta erano l’allora procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e gli attuali sostituti Maurizio Agnello, Caterina Malagoli e Francesca Mazzocco. Una parte degli arrestati ha scelto di essere processata con riti alternativi.
Questi gli imputati condannati, e le rispettive pene, dalla quarta sezione del Tribunale di Palermo: Daniele Lauria (20 anni), Vincenzo Coniglio (9 anni, ufficialmente faceva il parrucchiere in corso Calatafimi. Per lui, difeso dagli avvocati Claudio Gallina Montana e Michele Rubino, la richiesta era di 18 anni, ma è caduta l’accusa di associazione mafiosa e ha retto solo quella di favoreggiamento), Antonino Lo Iacono (16 anni), Giuseppe Di Marco (6 anni per favoreggiamento. Assolto dall’associazione mafiosa era difeso dagli avvocati Rosalba Di Gregorio e Michele Giovinco. Si tratta del gestore di una rivendita di polli diventata, secondo l’accusa, la sede degli incontri del clan), Giovanni Giammona (6 anni e sei anni), Domenico Marino (8 anni), Salvatore Sampino (2 anni e sei anni), Giuseppe Rizzo (3 anni), Matteo Rovetto, ex poliziotto in pensione (5 anni), Francesco Chiarello (14 anni in continuazione con una precedente condanna), Christian Mancino (10 anni), Giuseppe Migliore (5 anni e quattro mesi), Rodolfo Allicate 12 anni in continuazione con una precedente condanna), Ivano Parrino (19 anni), Giuseppe Auteri (12 anni in continuazione), Giusto Gagliano (3 anni). Le pene più basse sono state inflitte agli imputati che rispondono di favoreggiamento.
Ci sono tre assolti: Agostino Catalano, Nunzio La Torre e Maurizio Pecoraro. Erano difesi dagli avvocati Rosanna Vella, Antonio Turrisi, Angelo Formuso, Raffaele Bonsignore. Per loro le richieste di pena erano state pesanti.