PALERMO – Antonio Candela è un manager sotto scorta. L’uomo che ha denunciato la truffa dei pannoloni viene seguito h 24. La sua incolumità è in pericolo. Perché il manager dell’Azienda sanitaria di Palermo, usando le parole del procuratore facente funzioni Leonardo Agueci, “è uno passato dalle parole ai fatti, speriamo che altri seguano il suo esempio”.
Un esempio fatto da segnalazioni in Procura e collaborazione con i magistrati sulla scia di quella che l’aggiunto Dino Petralia definisce “la necessaria attività preventiva da parte della pubblica amministrazione per smascherare le truffe”.
Il clima attorno a Candela è pesante. Lettere, minacce, più o meno esplicite, anche nel contesto lavorativo, si sono ripetute nel tempo. Si è passati così da una iniziale tutela alla scorta, seguendo l’innalzarsi del livello di allarme. Di inchieste aperte grazie alla “prevenzione” targata Candela ce ne sono parecchie. Dalla mega gara, “truccata” secondo i pm, per le forniture dei pannoloni – era il 2014 e l’ex manager Salvatore Cirignotta veniva defenestrato mentre finiva sotto inchiesta – alla presunta truffa che stamani ha portato in cella sei persone, tra cui quattro farmacisti e un funzionario dell’Ufficio H dell’Asp 6: in mezzo c’è un’attività giudiziaria che ribolle.
In poco meno di un anno Candela ha fatto visita più volte ai magistrati palermitani. E ha portato con sé fascicoli che riguardano una serie di appalti. Non solo il bando per comprare 42 milioni di euro di pannolini che Cirignotta, ex magistrato alla guida dell’Asp, avrebbe cercato di pilotare, ma anche l’affidamento del servizio di realizzazione e manutenzione del sistema informativo, quello per la manutenzione dei sistemi tecnologici e il servizio di vigilanza.
Di recente brutti segnali sono arrivati anche dall’ospedale Ingrassia. Prima una ascensore sabotato, poi l’allagamento del pronto soccorso: due episodi dolosi in risposta, è l’ipotesi degli investigatori, alla volontà di Candela di ristrutturare l’ospedale per stoppare il regime delle manutenzioni straordinarie, tanto dispendiose per la casse aziendali quanto lucrose per chi le esegue in regime d’emergenza.
E così la settimana scorsa il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto di Palermo ha deciso di assegnare una scorta al direttore generale. Gli agenti lo seguono in ogni suo spostamento, anche lontano dalla città come ad esempio in occasione dell’iniziativa “Asp in piazza” con la quale l’azienda sanitaria ha deciso di portare medici ed esperti in giro per fare prevenzione. Prevenzione sanitaria, e non contro le truffe.