PALERMO – L’Irap sugli stipendi dei dipendenti dell’Assemblea potrebbe dover essere pagata dai gruppi parlamentari, senza attingere ai fondi per il personale. Lo aveva già evidenziato lo scorso 10 marzo, adesso la sezione di controllo della Corte dei Conti ha convocato i capigruppo dell’Ars per il prossimo 24 aprile. Un’udienza pubblica convocata in via Notarbartolo a Palermo, per commentare nel dettaglio i rendiconti forniti dai singoli gruppi, come avviene in tutte le regioni italiane, ma soprattutto per chiarire “la problematica – scrivono dalla Corte dei Conti nella convocazione – che investe tutti i rendiconti e che riguarda la pronuncia circa la regolarità o meno dell’imputazione della spesa per il pagamento dell’Irap a valere sui fondi trasferiti per far fronte agli oneri per il personale, anziché sui fondi trasferiti per spese di funzionamento”.
In soldoni, la Corte si chiede se sia corretto che tutti i gruppi abbiano pagato l’Irap sottraendola ai fondi per i dipendenti, invece di conteggiare la stessa somma dalla parte destinata al funzionamento dei gruppi.
Già lo scorso 10 marzo, quando la Corte aveva esaminato la prima documentazione presentata dai gruppi parlamentari, aveva sottolineato nella relazione che “l’Irap, in quanto imposta che grava sull’attività del gruppo complessivamente considerato, va computata tra le ‘altre spese’ e non già tra quelle per il personale, ancorché il metodo di calcolo faccia riferimento agli emolumenti corrisposti ai dipendenti”.
Quella volta, però, i giudici contabili avevano dato trenta giorni di tempo ai gruppi per integrare la documentazione presentata e cambiare, appunto, il portafogli dal quale attingere le somme per l’imposta regionale sulle attività produttive. I nuovi atti prodotti dai gruppi sono stati inviati in via Notarbartolo lo scorso 13 aprile, mentre già il 20 dello stesso mese, appena qualche giorno fa, la Corte ha inviato la convocazione al primo inquilino di palazzo dei Normanni, Giovanni Ardizzone, per il successivo inoltro ai presidenti dei gruppi parlamentari.
“L’Irap – evidenzia ancora la Corte – non costituisce tecnicamente un “onere riflesso” delle spese per il personale, bensì un “onere diretto” del gruppo e, pertanto, la spesa avrebbe dovuto essere compresa, più correttamente, tra quelle per il funzionamento dei gruppi”. Secondo la magistratura contabile, infatti, “l’adempimento degli obblighi fiscali propri e diretti delle associazioni private costituite dai gruppi parlamentari costituisce certamente, ad avviso dell’ufficio di controllo, spesa di funzionamento riconducibile agli scopi istituzionali”.
Per il presidente Ardizzone l’udienza del 24 aprile è una “normale procedura che avviene in tutte le regioni, come previsto dal decreto Monti sulla rendicontazione delle spese”. Sulla querelle che riguarda l’Irap, invece, Ardizzone preferisce non commentare. Insomma, l’ultima parola spetta ai giudici contabili, che venerdì prossimo si esprimeranno sulla legittimità della vicenda.