PALERMO- Da un lato, hanno incontrato il governatore Crocetta. Poco lontano, il presidente dell’Ars Ardizzone e i capigruppo di Sala d’Ercole. I lavoratori delle ex Province siciliane, e i sindacati hanno sfilato oggi per le vie di Palermo chiedendo certezze sul loro futuro. Alla fine, all’esecutivo regionale sono stati strappati un finanziamento da dieci milioni di euro (soldi che verranno tolti però agli interventi sulla viabilità) e un tavolo di crisi che verrà aperto martedì prossimo.”Ma la protesta continua” ribadiscono le sigle.
Un migliaio di lavoratori delle ex Province si era radunato in piazza Marina a Palermo, dove nella tarda mattinata si sono mossi in corteo diretti a Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea regionale. Lo sciopero regionale è stato organizzato dai sindacati confederali insieme a Casa Cosa e al coordinamento delle Rsu di tutte le province per per dire no ai tagli del governo nazionale e chiedere al parlamento siciliano di varare subito la legge di riordino di funzioni e competenze da assegnare ai nuovi Liberi consorzi, che hanno mandato in soffitta le 9 Province nell’isola con la legge di riforma approvata a marzo dello scorso dall’Ars a marzo dello scorso anno.
Venticinque pullman carichi di lavoratori sono giunti a piazza Marina da tutta la Sicilia. “Chiediamo all’aula – ha detto il segretario regionale della Fp Cisl, Gigi Caracausi – di riprendere l’esame della legge Cracolici sui Liberi consorzi, naufragato per il voto d’aula che ha bocciato l’articolo 1″. Della stesso avviso anche la Fp Cigl, secondo cui per consentire il funzionamento dei 9 enti siciliani al momento commissariati servirebbero almeno 30 milioni di euro.”La legge Cracolici – aggiunge il segretario regionale della Fp Cgil, Michele Palazzotto – consentirebbe di definire il problema dell’attribuzione di funzioni e competenze ai 9 nuovi Liberi consorzi e risolvere il tema del personale”. E Gianni Borrelli della Uil Sicilia aggiunge: “La situazione in Sicilia è gravissima. Per questo chiediamo l’attivazione di un tavolo di crisi coinvolgendo la deputazione nazionale”. Alle 13 i sindacati hanno invontrato il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, subito dopo a Palazzo dei Normanni è previsto un incontro con il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone e i capigruppo dell’Assemblea regionale.
“Sulle ex Province la mobilitazione dei lavoratori va avanti”. Così le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa e il coordinamento delle Rsu delle Province, hanno commentato gli incontri avuti questo pomeriggio con i vertici dell’Ars e del governo regionale, e lo sciopero che oggi ha portato in piazza quattro mila lavoratori con un’adesione di circa l’80 per cento.
“Il governo ha accettato di aprire un tavolo di crisi sulle Province che partirà martedì prossimo – dicono i sindacati – Registriamo l’attenzione verso i lavoratori ma le risposte arrivate finora sia dall’Assemblea regionale che dall’Esecutivo non bastano a risolvere le tante questioni aperte”. Dunque la mobilitazione continua con nuove iniziative di protesta “per fare pressione sul governo nazionale e regionale e salvaguardare il personale e le risorse destinate alle ex Province, indispensabili per garantire i servizi ai cittadini”, sottolineano i dirigenti sindacali.
Una posizione annunciata sia al presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone – che ha ricevuto i rappresentanti delle organizzazioni sindacali in Sala Rossa insieme ai capigruppo di Palazzo dei Normanni e al presidente della Commissione Affari Istituzionali Antonello Cracolici – sia al vice presidente della Regione Mariella Lo Bello che ha aperto il confronto con i segretari generali e consegnato loro la bozza di un ddl che consente, tra l’altro, l’utilizzo di 10 dei 30 milioni destinati alla manutenzione delle strade per chiudere i bilanci delle Province ed evitare il default. L’altra “apertura” è arrivata dall’Ars che domani deciderà il calendario dei lavori d’aula dando priorità proprio alla riforma delle Province. Con una promessa: “Chiudere tutto entro il 31 luglio”.
Presente agli incontri anche il sindacato Asia della Palermo Energia, una società partecipata al 100% in house della Provincia Regionale di Palermo.”Bisogna mettere fine – ha detto il dirigente sindacale Fabrizio Scarpinato – ad un commissariamento che già dura da circa 27 mesi, e che sta gettando nel panico, sconforto e disperazione sia i dipendenti provinciali che i dipendenti delle società partecipate in particolare la Palermo Energia. Bisogna tutelare senza distinzioni – ha proseguito Scarpinato – sia i dipendenti provinciali che quelli delle partecipate. La convenzione di Palermo Energia scadrà il 30 giugno e dal 1 luglio scatterà la liquidazione ed il licenziamento per 140 dipendenti, che ricordo – ha aggiunto il dirigente sindacale – espletano servizi essenziali e di pubblica utilità per l’ente da oltre vent’anni con un contratto a tempo indeterminato e gridando a gran voce comunità di intenti da destra a sinistra per trovare la giusta soluzione è di prorogare la convenzione fino al disegno di legge. L’auspicio è quello che come da impegno del presidente Ardizzone prima del 31 luglio venga approvata la legge sui liberi consorzi che tutti dipendenti sia provinciali che delle partecipate in scadenza di convenzione possano avere uguale dignità e diritti e tutela al proprio posto di lavoro”.
“Se non si fa la legge di riforma si va al dissesto delle province e se questo avviene, a cascata c’è il dissesto della Regione. E quindi mi sembra automatico sciogliere le righe e andare al voto ad ottobre”. L’ha detto ai cronisti il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, a Palazzo dei Normanni, dopo aver incontrato con i capigruppo dell’Assemblea regionale i sindacati per discutere del completamento della riforma delle province. La riforma delle Province “andrà in aula il 30 giugno”. Ha infine assicurato Ardizzone.