PALERMO – I turni a bordo delle volanti da un capo all’altro della città, le serate in giro per i locali nel tempo libero, il suo sorriso. “Un sorriso grande, sincero. Il nome di Alberto fa pensare subito a questo, alla sua allegria, alla voglia di vivere”, dice chi conosceva Alberto Conforti, il poliziotto di 30 anni morto ieri al Policlinico dopo essere arrivato al pronto soccorso con la febbre alta.
Quello che è successo al giovane agente che prestava servizio al commissariato Oreto-Stazione da più di quattro anni, ha sconvolto amici e colleghi, ai quali la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. “L’avevo incontrato qualche giorno fa – racconta Angela Napoli -, eravamo entrambi in macchina, fermi al semaforo del Politeama. Mi ha salutato, poi col suo solito sorriso mi ha detto che ci saremo visti presto. E invece è finita così, con un dolore immenso e tante domande”. Domande che sperano di trovare una risposta nelle prossime ore, quando all’Istituto di Medicina legale del Policlinico sarà eseguita l’autopsia, un esame chiesto dallo stesso ospedale per fugare ogni dubbio e che contribuirà a chiarire cosa sia successo ad Alberto, secondo i medici colpito da una meningite fulminante. E’ ancora tutto da accertare, ma fatto sta che il ragazzo, dopo un pomeriggio trascorso al mare, è tornato a casa con la febbre altissima. Ieri mattina le sue condizioni sono precipitate mentre si trovava in ospedale: dopo una crisi respiratoria si è accasciato e non ha più dato segni di vita.
“Noi colleghi – dice Daniele Lo Presti – lo abbiamo raggiunto in ospedale sperando che la situazione migliorasse. Non ci saremmo mai aspettati che finisse tutto in questo modo, che non avremmo mai più rivisto Alberto. Abbiamo trascorso tante giornate di lavoro insieme, ma non solo. Fuori dal commissariato ci incontravamo spesso per giocare a calcio. Era in forma, gli piaceva lo sport. Ma soprattutto era una persona allegra, positiva, con tanta voglia di vivere”.
Il padre, ex poliziotto, il fratello – anche lui agente di polizia – e la madre di Alberto, ieri hanno sperato con tutte le loro forze che si trattasse soltanto di un malessere passeggero. Alberto è stato trasportato in ospedale perché la febbre non scendeva. E dopo la terapia somministrata al ragazzo, le sue condizioni di salute erano migliorate. “Ci hanno detto che era riuscito a scendere dalla lettiga, che sembrava stesse meglio – dicono i colleghi -. Invece poi è successo l’imprevedibile: Alberto non riusciva a respirare, poi ha perso i sensi. E ci siamo sentiti impotenti, nello strazio più assoluto, abbracciati tra le lacrime con la sua famiglia. Adesso vogliamo tutti sapere cosa gli è successo, quello che stiamo vivendo è un incubo”.
Una tragedia, una perdita devastante per chi con Alberto aveva trascorso ore ed ore di lavoro, serate in giro per la città e momenti di gioia. “Come dimenticare il suo sorriso e il suo modo di scherzare – scrive Rosanna sulla bacheca di Facebook del poliziotto -. Un ragazzo educato e gentile come pochi al mondo”. La pagina del profilo sul social network si trasforma così, ancora una volta, in uno spazio dove si concentra il dolore del mondo che ruotava attorno ad una giovane vita spezzata. Alberto aveva compiuto trent’anni lo scorso dicembre, aveva festeggiato il suo compleanno con decine di amici. “Ricordo ancora quella sera – dice Antonio – ma anche tanti altri momenti trascorsi insieme. Non ti dimenticherò mai, fratello”.
“Un dolore Immenso – scrive Giada Genna – sono senza parole Alby. Mi hai dato l’ultimo saluto dicendomi che quando mi avresti vista mi avresti abbracciata forte, non hai mantenuto la parola. Sei andato via così ed io non riesco ancora a crederci. Sto qui sul letto fissando il vuoto, pensando a quanto mi hai fatta ridere e quanti sorrisi mi hai strappato. Rimarrai sempre nel mio cuore Grande Uomo e il paradiso col tuo sorriso brillerà ancora di più. Proteggi chi ti ha voluto bene in questa vita terrena che è stata ingiusta con te… Mi mancherai”.