Caro Pietrangelo,
sará l’estate, ma sembrano andar di moda le lettere tra amici che hanno obiettivi comuni e indicano percorsi diversi per raggiungerli. Ed è tipico della nostra comune appartenenza subire temporanei innamoramenti: anzitutto per la portata rivoluzionaria delle proprie convinzioni.
E’ noto ai tanti che tu ti riferisca anche a me – e non certo agli altri partiti della mia coalizione – quando ostinatamente lamenti l’incapacità della destra di seguire il tuo consiglio e lasciare Sala d’Ercole.
Ma non vorrei che assieme a te – che lo fai un buona fede, perché sei un amico e più di ogni altro vorresti vederci vincere (nonostante tutto non ti deluderemo…) – pensassero lo stesso i tanti siciliani onesti che, stanchi, disertano le urne: cioè la maggioranza dei siciliani, quelli che invocano un governo efficiente affidato a persone capaci.
Noi due abbiamo una diversa concezione delle Istituzioni. O meglio, io ho una concezione alta delle istituzioni (e la mantengo persino quando sono le istituzioni stesse a non aver buona cura di sé). Sarà per questo che ho governato, aprendo strade vere e investendo miliardi su miliardi, procedendo alla media di una gara d’appalto al giorno e facendo del mio Ente la prima stazione appaltante del Sud Italia! Tutto questo, senza aver mai ricevuto un avviso di garanzia!
Negli ultimi due anni sono stato tra i promotori di due mozioni di sfiducia per mandare a casa Crocetta, ed entrambe sono stare respinte da un Parlamento che ha visto, nel nome della rivoluzione, trionfare il trasformismo e l’accattonaggio. E, per la cronaca, quando esalti gesti interessati, da buon cronista vai a vedere su internet gli interventi dei nuovi soloni cui riconosci meriti da paraculo.
Nessuno più di me vuole che questo governo chiuda i battenti, assieme all’Assemblea regionale siciliana. Voglio che si restituisca la parola al popolo e – con l’ospitalità di Live – il prossimo 19 agosto (si capirà in quella occasione il perché della data) vorrò spiegarne più approfonditamente le ragioni politiche e, soprattutto, morali.
Crocetta è stato un disastro ed ha vinto solo perché il centrodestra si è diviso. Ha governato da principiante, non ha rappresentato alcuna rivoluzione, ha trasformato il lobbismo in pratica di governo. E il PD, con i suoi alleati, fa finta di nulla. Tira a campare per non tirare le cuoia. Farà così per alcuni mesi ancora. Per fortuna non tanti.
Quindi, tu dici, vinceranno i Cinque Stelle?
Ti confesso, non lo considero il peggiore dei mali. Ma farò di tutto, proprio di tutto, per impedire che ciò accada, perché la Sicilia non può più essere laboratorio di dannosi populismi e di finte rivoluzioni. Basta. Questa Isola merita di essere finalmente governata, da persone capaci e che abbiano dimostrato onestà ed efficienza.
Quando ho vinto a Catania, primo presidente eletto direttamente dal popolo, ho dimostrato che il rispetto delle Istituzioni e la cultura di governo sono il faro verso cui deve dirigersi ogni buon amministratore. In quegli anni non ho fatto mostra dell’impegno antimafia, come fosse una medaglietta. L’ho praticato revocando appalti e sottraendo miliardi alle cosche. Tanto mi bastava.
Con questo bagaglio di risultati e di esperienza so che anche la Sicilia può essere governata. Anzi, deve essere governata! Lo pretendono le imprese, lo chiedono le famiglie, lo invocano i giovani.
A settembre avremo modo a Catania, e tu sarai tra i più graditi ospiti, di confrontarci sulle priorità di governo che intendiamo presentare. Ma non puoi chiedere a chi ha raccolto il voto dei Siciliani di tradire quel voto in nome di una folle corsa a chi è più grillino dei grillini! Il mio compito è dare battaglia senza tregua nelle Istituzioni, perché per questo sono stato votato e perché questa è la cultura che ci è stata insegnata (da maestri antichi e tuttora indimenticati) anche negli anni più difficili del passato. Non sarà una suggestione a farmi cambiare idea. E neppure la speranza di raggiungere il grande pubblico attraverso i media, in nome di un qualche gesto eclatante. Per me la politica non è un circo, è la soluzione dei problemi dei cittadini e del territorio. Ma solo se la politica sa essere pulita e non compromessa, come spesso è stata in Sicilia nel recente e nel remoto passato.
Quanto al futuro: che arrivi prima possibile. Sai bene, quando citi l’idealista inteso come chi ha idea fissa della lista, che la pensiamo allo stesso modo: mi sono candidato contro Cuffaro ed ho sostenuto un candidato alternativo a Lombardo, nella loro corsa alla presidenza della Regione. Sono fatto così, purtroppo, non ho paura di difendere le mie convinzioni e non ho una carriera da proteggere, altrimenti avrei ceduto a ben altre allettanti tentazioni, dopo aver lasciato An.
W la Sicilia, caro Pietrangelo. Buttanissima per com’è, bellissima per come diventerà. Ti voglio, ti vogliamo un mondo di bene!
Nello Musumeci
Ps: per il prossimo articolo, immaginifico come questo ultimo, non dimenticare di aggiungere una frase. Si, forse vinceranno, ma il derby sarà tra anti-politica e buon governo. Partita aperta e parola al popolo.