MILANO – Due uomini dal forte accento siciliano, il tono minaccioso, l’auto con i vetri oscurati. E l’incubo che torna. Anche a Milano. Gianluca Maria Calì, l’imprenditore di Casteldaccia che ha fatto arrestare i suoi estorsori e che abita ormai in Lombardia, ha denunciato oggi l’ennesima intimidazione ai suoi danni.
Stavolta ad essere presi di mira sono stati i suoi bambini, proprio come riporta la denuncia presentata alla Questura di Milano, in cui la baby sitter racconta quello che è successo all’uscita da scuola: “Quando ho preso i bimbi si è avvicinata a noi un’auto nera, una Mercedes con i vetri oscurati sia davanti che dietro. Chi era alla guida ha abbassato il finestrino come se volesse una informazione. Mi ha chiesto se quelli erano i figli di Calì. Ho risposto che erano i miei. Aveva l’accento siciliano, indossava un paio di occhiali da sole specchiati. Il navigatore satellitare acceso nell’auto indicava la “destinazione raggiunta”.
Gianluca Calì, titolare della rivendita auto “Calicar” di Altavilla, finita nel mirino di Cosa nostra, ha subìto fino a pochi mesi fa minacce di morte. Dalle telefonate anonime alle irruzioni notturne nella sua abitazione, fino ai furti nella concessionaria: lo scorso maggio una delle auto rubate è stata successivamente trovata incendiata nelle campagne dell provincia. Al punto da sentirsi più al sicuro acquistando un’auto blindata su Ebay, pagata di tasca propria. “Sono profondamente scosso – dice oggi l’imprenditore antiracket – ma sto facendo la doverosa denuncia e sono sempre fiducioso nelle istituzioni e nello Stato”.