PALERMO – Pronti ad entrare in azione sin dalle prime ore della mattina, quando i dettaglianti arrivano coi furgoni e con soldi in contanti per fare rifornimento di merce. Sotto l’occhio attento dei malviventi ci sarebbe la zona che comprende l’area della stazione centrale, la parte iniziale di via Oreto, le vie Lincoln, Michele Cipolla, Antonio di Rudinì, Vincenzo Errante, Ingrassia e strade limitrofe. La “Chinatown” di Palermo insomma, dove si trovano circa duecento attività commerciali gestite da cittadini cinesi, sempre più spesso nel mirino dei rapinatori.
Il giorno dei colpi a raffica è la domenica mattina: i negozianti arrivano da ogni parte della Sicilia occidentale con le loro famiglie e vengono puntualmente presi di mira, anche con la violenza. “La scorsa settimana una negoziante è stata bloccata, trascinata per la tracolla della borsa e derubata. ha riportato delle ferite alle gambe. Ma è soltanto uno dei tanti episodi che si ripetono ormai da tempo”. A lanciare l’allarme è il responsabile dell’associazione “Cinesi d’Oltremare”, Marco Mortillaro, che sottolinea la necessità di un pattugliamento costante in tutta la zona, almeno in quelle ore.
“Ogni domenica quelle strade vengono invase da giovani che a bordo di scooter e motociclette si appostano in ogni angolo. Comunicano tra di loro, sanno chi prendere di mira. E, d’altronde, ogni commerciante in quell’occasione è inevitabilmente in possesso di denaro in contante perché deve acquistare grosse quantità di merce o perché ha appena ricevuto il pagamento”. Tra quelle strade i negozianti cinesi, infatti, vendono soprattutto all’ingrosso. Sono loro i punti di riferimento per migliaia di connazionali sparsi da un capo all’altro della sicilia occidentale.
“La domenica – spiega Mortillaro – chi deve acquistare la merce affronta anche viaggi molto lunghi. Arriva a Palermo con tutta la famiglia, spesso a bordo di quei furgoni ci sono pure le nonne e molti bambini. E’ quasi una tradizione, perché poi vanno a pranzo tutti insieme nei ristoranti cinesi della zona. Sono molto preoccupati, è rischioso per loro trovarsi faccia a faccia con un rapinatore che potrebbe essere armato, come è già successo”. Molti degli episodi sono già stati denunciati alle forze dell’ordine, ma i casi si replicano e la comunità vive ormai nell’angoscia. Sono soprattutto i titolari dei negozi d’abbigliamento a finire nel mirino.
“Chi entra in azione – spiega Mortillaro – sa già che in quelle ore si verificano decine di compravendite con flussi di denaro che ai malviventi fanno gola. Considerando che il limite della circolazione dei contanti è stato elevato a tremila euro, la situazione è davvero pericolosa. Ci sono decine di testimoni che hanno assistito a scippi e rapine, sono esasperati. Dopo una riunione con il presidente e il vicepresidente dell’associazione abbiamo deciso di chiedere un maggiore presidio alle forze dell’ordine, è una vera e propria emergenza”. Nel frattempo in via Maqueda i negozi orientali continuano ad abbassare le saracinesche: “Lì sono rimasti soltanto tre attività commerciali cinesi. Negli ultimi anni – conclude Mortillaro – sono stati svaligiati più volte, spesso attraverso la realizzazione di fori dai locali adiacenti. I malviventi sono scatenati, è come vivere nel Bronx. E’ ora di prendere provvedimenti”.
La questura intanto invita le vittime delle rapine nella zona a segnalare e denunciare puntualmente quanto accade: “La loro collaborazione è fondamentale – spiegano – per rendere ancora più utile la nostra attività che in quell’area è già stata intensificata. Il 113 deve essere contattato tempestivamente, facciamo il possibile, ma la velocità nel denunciare qualunque situazione sospetta è necessaria”.