In piazza per dire no alla Ztl| Blocchi in via Maqueda - Live Sicilia

In piazza per dire no alla Ztl| Blocchi in via Maqueda

La protesta in piazza contro la Zona a traffico limitato.

PALERMO – Mancano meno di 24 ore al fischio d’inizio, ma la partita sull’entrata in vigore della Ztl tra il Comune e la città promette di andare ai tempi supplementari. Questa mattina associazioni datoriali, sigle sindacali, ordini professionali, associazioni dei consumatori, esponenti dell’opposizione, commercianti, professionisti e semplici cittadini, hanno manifestato a Piazza Pretoria contro il provvedimento che da domani limiterà il traffico in alcune zone della città. Dopo il sit-in che ha registrato la presenza di centinaia di persone, i rappresentanti di categoria avrebbero dovuto incontrare il sindaco Orlando che, tuttavia, ha trascorso la mattinata a Villa Niscemi.

Una manifestazione per dire “no” al provvedimento così come formulato che, di fatto, dalle 8 di domattina prenderà il via almeno fino al 6 aprile, giorno in cui sarà il Tar a esprimersi sulla legittimità. “Chiediamo un rinvio della partenza delle Ztl e un tavolo tecnico per affrontare i problemi e le criticità di questa zone a traffico limitato così pensate – spiega Nunzio Reina, presidente di Confartigianato e promotore dell’incontro -. Abbiamo mandato lettera di invito al sindaco il quale, oggi, non ci ha voluto incontrare. Questa Ztl è troppo ampia e penalizza le imprese. Nell’ultimo anno 1.200 attività hanno chiuso. Queste persone oggi rappresentano la risposta, e non solo della città produttiva, che non può restare inascoltata. Dicono serva a risolvere il problema ambientale, in realtà è necessaria a fare cassa”.

Tutti contro la Ztl, dunque. Anche l’opposizione che non può non mettere in evidenza le falle di questo provvedimento. “Ci opponiamo a questo modo di introdurre questa Ztl – puntualizza Antonio Ferrante, responsabile Cultura e Sport del PD -. Servirebbe un percorso più raziocinato. Per questo è opportuno attendere che si pronunci il Tar. Non si tratta di un’ideologia, ma bisogna sapere amministrare e adottare provvedimenti che migliorino la qualità della vita in città. Le Ztl nn possono servire a fare cassa. Tassare per sostenere il trasporto pubblico è impensabile. Bisogna, semmai, potenziarlo in modo intelligente”. Sandro Leonardi, vice capogruppo PD di Sala delle Lapidi precisa che “la procedura online per il rilascio dei pass è complessa. Servirebbe una triangolazione tra portale dell’automobilista, anagrafe e amat. Si caricano sul cittadino tutti gli oneri, senza agevolarlo con l’appoggio di sistemi bancari. Un assessore fautore di un disastro simile si sarebbe dovuto dimettere”. Nadia Spallitta, PD e vicepresidente vicaria del Consiglio, invece ha fiducia nel Tar. “Le zone a traffico limitato hanno una prerogativa: ridurre l’impatto ambientale. Se la funzione tipica viene meno, se non si assolve a questa funzione, non ha senso pensarle così”.

Al coro di “no” si aggiunge anche quello di Patrizia Di Dio, presidente della Camara di Commercio. “L’entrata in vigore di questo provvedimento vede l’erogazione di appena 20mila pass, che tradotto significa il 95 per cento in meno degli accessi consentiti. Il commercio e le imprese devono essere salvaguardate. Bisogna avere le garanzie che non avvenga un crollo degli affari, che per ora è già cronaca di una morte annunciata”. Per Nicola Farruggio, presidente di Federalberghi, è necessaria una proroga. “Diventa indispensabile soprattutto per lo stato di tilt delle informazioni. Questo provvedimento non può interessare il settore del turismo perché si penalizzano i turisti e la città stessa”. A rincarare la dose ci pensa Davide Gentile, Fratelli d’Italia e consigliere dell’ottava circoscrizione. “È giusto limitare l’afflusso delle auto in centro, ma così come è impostata adesso non raggiunge gli obiettivi. Vengono fatti spesso paragoni europei, ma la nostra città non può essere paragonata perché non è dotata di un sistema di trasporto pubblico efficiente. Prima della Ztl bisognava concludere il lavoro per anello e passante ferroviario. Inoltre, il sistema fallimentare per il rilascio dei pass, sia portale che com gli sportelli al collasso, dimostra il non sense di questo provvedimento.

Cartelli, bandiere e megafoni per gridare in modo accorato che questa Ztl, così, non s’ha da fare. Alcuni commercianti la chiamano “Zona a Travagghiu Limitato”. E la declinazione dell’acronimo cambia da settore a settore. Perché per gli operatori turistici sarà una “Zona a Turismo Limitato” e per alcuni sindacalisti “Zona a Tempo Limitato”. Un fronte compatto e all’unisono che promette di dare del filo da torcere all’amministrazione. Dopo il raccoglimento a Piazza Pretoria, il popolo del “no” si è riversato lungo via Maqueda e via Roma. Nei prossimi giorni saranno organizzati altri incontri. “Non smetteremo fin quando l’amministrazione non ci ascolterà – conclude Nunzio Reina -. Siamo una fetta troppo importante della città, oggi lo abbiamo dimostrato, e non possiamo restare inascoltati”.

“Se Orlando ha deciso di suicidarsi politicamente, libero di farlo, ma non a spese dei palermitani. Continuando con la ZTL, il sindaco può dire addio alle sue residue speranze di essere rieletto. Ne prenda atto e ritiri immediatamente questo provvedimento”. Lo afferma Angelo Figuccia, consigliere comunale di Forza Italia, che prosegue: “Stamattina, insieme con migliaia di palermitani, siamo scesi in piazza per dire un fortissimo no alla Ztl, l’ennesima tassa decisa dalla Giunta e spacciata come un atto contro l’inquinamento. In attesa che finalmente si faccia il referendum, i palermitani si ricordino che, oltre ad Orlando e al suo fido scudiero Catania, devono ringraziare anche i 24 consiglieri comunali che, lo scorso dicembre, dissero sì a quell’infame delibera. Sindaco ed assessori sono così ciechi che non si rendono neanche conto che un’intera città, già in ginocchio, rischia di non potersi rialzare più. Commercianti ed artigiani, duramente colpiti da una pesantissima crisi economica, pagheranno il conto più salato e saranno parecchi quelli costretti a licenziare i dipendenti rimasti e a chiudere definitivamente le serrande”.

 

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