PALERMO – Una scia di furti senza fine. E, nel mirino, c’è ancora una volta il campetto di calcio di via Salvatore Cappello, dove a breve saranno finalmente collocate le telecamere della videosorveglianza.
Vorrei fare un appello ai “soliti noti” che, la notte del 5 aprile 2016, hanno asportato un’altra parte della rete di recinzione che delimita il campo di calcetto di proprietà del Centro di Accoglienza Padre Nostro fondato dal Beato Giuseppe Puglisi, sito in vicolo Salvatore Cappello. Già il 10 febbraio 2016, il 24 febbraio 2016 e il 27 marzo 2016 avevano rubato paletti e parti di recinzione. Un nuovo raid al centro Padre Nostro, dove il presidente Maurizio Artale denuncia un ulteriore furto della recinzione.
“Vi chiedo se gentilmente potete “rubare” in un’unica azione quanto di vostro interesse – dice rivolgendosi ai malviventi con una provocazione – in modo da evitarmi di andare a sporgere regolare denuncia alle forze dell’ordine, sprecando del tempo prezioso che volentieri dedicherei a persone che, alla fine come voi, finiscono in carcere. State sereni perché potrete operare indisturbatamente senza che nessuno vi colga in flagranza di reato”, sottolinea. Un calvario, quello del centro fondato da padre Pino Puglisi: più di ottanta le intimidazioni subite dall’apertura ad oggi, come il presidente ha raccontato a LiveSicilia.
“Si tratta di una mentalità mafiosa insita del dna di adulti e ragazzi, specie nelle zone più critiche della città come Brancaccio. Per questo – ha detto Artale – posso dire che a Brancaccio in questi anni, ben poco è cambiato. Se a questa gente non si dà il lavoro, l’illegalità regnerà sempre sovrana perché rappresenta l’unica via possibile”.