SIRACUSA – “Stillicidio di notizie d’indagine anticipate sulla stampa. Gogna mediatica. Comune più controllato d’Italia. I Pm non sono la verità”. E sul versante politico: “Non saranno le denunce a modificare la composizione della mia giunta”, rimandando dunque al mittente le richieste di azzeramento dell’esecutivo, salvo aggiungere la coda Dem in vista della direzione provinciale “pur aperti al confronto”. Tutto secondo copione. Nessuna Garoxit, dunque. Giancarlo Garozzo, sindaco di Siracusa, comune in piena bufera giudiziaria, con assessori, consiglieri comunali, dirigenti municipali, ex capi di gabinetto e destinatari di appalti indagati, è arrivato in conferenza stampa nella versione già annunciata di difesa e contrattacco. Seppur con malcelato nervosismo, tradotto a tratti in un attacco indiscriminato alla stampa, rea di infangare il buon nome della città. La parte più giudiziaria della vicenda l’ha affrontata leggendo quanto redatto dall’esperto in materie giuridiche della sua giunta, l’assessore Pietro Coppa, avvocato. Dapprima, dunque, è toccato al sistema di comunicazione Procura/informazione: “Qualcuno – ha detto il sindaco Garozzo – dovrà spiegare lo stillicidio di notizie che si rincorrono e che poi trovano conferma negli atti dell’attività giudiziaria. Qualcuno dovrà spiegare perché le notizie vengono anticipate dai giornali o da qualche personaggio: non si capisce perché ne siano a conoscenza in largo anticipo”. Il “personaggio” è Simona Princiotta, la consigliera comunale dalle cui denunce partono diverse delle indagini della Procura. Proprio per lunedì Princiotta ha indetto una conferenza stampa durante la quale non si limiterà a svelare il perché conosca i fatti in anticipo, ma svelerà anche i fatti stessi con l’ausilio di registrazioni audio. “Qualcuno dovrà spiegare – ha proseguito Garozzo – perché un consigliere comunale apprenda dai giornali di essere indagato. Non è un comportamento corretto”. Qui il riferimento è alla consigliera Carmen Castelluccio, raggiunta da avviso di garanzia per avere turbato, secondo i magistrati, la procedura amministrativa per un servizio destinato all’associazione del marito. “Leggere “comune più indagato d’Italia” fa male all’immagine della città – ha proseguito Garozzo – comunicazione e informazione oggi sono il cuore del nostro sistema, e avallare l’idea che il Comune di Siracusa sia un covo di delinquenti è un grande errore: lo considero inopportuno da chiunque lo consenta”. Poi un affondo: “Sarebbe corretto dire: il Comune più controllato d’Italia. Questo rappresenta una anomalia che qualcuno dovrà motivare e spiegare”. Spazio anche ai rumor su possibili altre azioni imminenti della Procura: “Considererei molto grave – ha detto Garozzo – se il consiglio comunale per un atto d’indirizzo venisse indagato”. Esattamente non è chiaro a quale inchiesta si riferisca Garozzo in questo caso, in piedi ce ne sono diverse. Quelle più insidiose per la sua maggioranza: sull’affidamento del servizio idrico e sulla demolizione del ponte dei Calafatari, una delle vie di fuga da Ortigia. La parte più prettamente giuridica della conferenza stampa il sindaco l’ha affidata alla lettura della definizione di avviso di conclusione di indagine, presumibilmente redatta dall’assessore avvocato Coppa, accanto a lui stamattina come tutta la giunta: “Un avviso di garanzia – ha letto – è un atto di una parte, la Procura, che informa una persona dell’esistenza delle indagini che ha condotto e degli elementi che sono a suo carico. È un atto di parte. Credere nel sistema giustizia è sapere che vi fanno parte altri soggetti che garantiscono le imparzialità e sono innanzitutto: gli avvocati e i magistrati giudicanti. Non enfatizzo – ha continuato – e non sminuisco il ruolo del Pubblico ministero ma, con tutto il rispetto, credo che tutti possano sbagliare. I pm non sono la verità, sono la parte pubblica dell’accusa e non possono essere gli arbitri del destino di chi fa politica. Gli arbitri sono i cittadini con il loro voto consapevole e informato”. Rispondendo alle richieste di azzeramento della giunta, arrivate da esponenti dello stesso Partito democratico – tra cui il deputato nazionale Pippo Zappulla e il segretario provinciale Alessio Lo Giudice – il sindaco ha detto: “Ho trovato la richiesta, arrivata in un momento di difficoltà, di cattivo gusto. Non lascerò, comunque, che siano le denunce a decidere chi rimane in carica o meno nella mia giunta”. Poi però ha aggiunto che accetterà il confronto: sarà dunque presente il primo luglio alla direzione provinciale, convocata proprio per gli scandali giudiziari, alla presenza del segretario regionale Fausto Raciti.
Il sindaco: “Non saranno le denunce a modificare la composizione della mia giunta”.
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