TRAPANI – Concessi gli arresti domiciliari all’imprenditore Vincenzo Artale. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame accogliendo la richiesta degli avvocati Nino Caleca e Roberto Mangano. Si sono affievolite le esigenze cautelari.
Lo stesso Riesame nei mesi scorsi aveva annullato il provvedimento di sequestro dei beni – valutati 5 milioni di euro – a carico dei parenti dell’imprenditore alcamese, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Cemento del Golfo”.
Tra i beni figurano due abitazioni, due terreni, rapporti finanziari, quattro veicoli, la ditta edile intestata all’indagato con sede ad Alcamo, le società “Occidentalcem srl.”e “IN.CA. sas di Artale Vincenzo & C”, entrambe produttrici di calcestruzzo.
Artale, fino a pochi mesi fa membro dell’associazione antiracket e antiusura di Alcamo, un decennio fa, con le sue denunce, aveva contribuito a far sgominare una banda di estorsori, ora è accusato di associazione mafiosa. Secondo gli inquirenti, avrebbe effettuato forniture di calcestruzzo grazie ad uno sponsor d’eccezione: il boss castellammarese Mariano Saracino, pure lui arrestato nello stesso blitz.