Il vinile non è morto | A Palermo la fiera che lo celebra

Il vinile non è morto | A Palermo la fiera che lo celebra

Un vinile molto raro.

Espositori, venditori e appassionati di musica da tutta Italia riuniti alla Fiera del Mediterraneo.

PALERMO – “La musica si deve vivere, si deve toccare, si deve anche annusare. Il vinile ti dà tutto questo”. A parlare sono Teo e Alessio, appena usciti in estasi dalla sesta edizione della Fiera del disco vinile che si svolge a Palermo. La manifestazione che si svolgerà fino alle 22 di domenica 4 dicembre alla Fiera del mediterraneo, accoglie espositori, venditori e appassionati di musica provenienti da tutta Italia.

Appena varcata la soglia della Fiera la musica ti avvolge: le casse montate all’ingresso ti catapultano in una dimensione vintage che in tanti rimpiangono e che molti reclamano. Tra i banchi allestiti nel padiglione numero quattro migliaia i vinili esposti: dai Pink Floyd ad Antonello Venditti, dai Beatles a David Bowie, da Michael Jackson a Fabrizio De Andrè, nessuno può rimanere a bocca asciutta. Gli avventori piegati sui dischi esposti, cercano, commentano, ricordano: “Questo lo cercavo da anni – dice Antonio stringendo fra le mani un disco dei Mad Season – è raro però, mi sa che non me lo posso permettere”. La rarità costa più di 200 euro.

I prezzi però non scoraggiano il pubblico, che è trasversale: “La Sicilia è davvero ricettiva da questo punto di vista, più del nord Italia per esempio. In generale non c’è un target preciso, i nostri sono utenti di tutte le età”. L’esperto che spiega ai microfoni di Livesicilia.it tutti i segreti del mondo nostalgico del vinile è Marco Massari, da quindici anni nel settore, è ideatore, promotore e organizzatore della fiera. Con la sua Ernyaldisco porta in giro per tutto lo stivale la manifestazione, soprattutto “per l’amore nei confronti della musica, quella vera, quella di una volta”. Massari però alla fine ammette: “Lo zoccolo duro, chi acquista mediamente di più, i veri appassionati che ci seguono con più entusiasmo, è composto da uomini che vanno dai 35 ai 50 anni. Insomma, chi con il disco in mano ci è nato”.

Visitatori, acquirenti ed espositori concordano tutti su un punto: ascoltare la musica in un certo modo è un rito. “Un rito che non va smarrito e che non svanirà – sottolinea Massari – i numeri parlano chiaro. Fino a trenta mila è il numero dei partecipanti agli eventi che organizzo”. Una passione sincera, nostalgica e adatta a tutte le tasche: curiosando in giro le fasce di prezzo sono tantissime. Si va dai 2 euro per i vinili meno rari, con copertine usurate o per titoli molto popolari, ai 30 euro per dischi in condizioni ottimali. Si sale fino ai 300 euro per edizioni di artisti stranieri o band di nicchia, fino ad arrivare a cifre a tre zeri. Vale 2 mila euro, per esempio, il disco promozionale dei Litfiba “Guerra”, esposto proprio qui a Palermo, o la copia dell’album “Dangerous” di Michael Jackson autografata.

Insomma, il vinile non è morto e lo dimostra anche il fatto che le case discografiche da qualche anno a questa parte sono tornate a pubblicare gli album su questo tipo di supporto, con delle profonde differenze, però, denunciano gli esperti: “Chi ama la musica su vinile sa che la qualità è superiore. O in ogni caso preferisce un tipo di suono più caldo, magari meno pulito, ma che ti coinvolge – spiega Marco Massari – I vinili che mettono in vendita oggi non sono allo stesso livello di quelli registrati in passato. Le tecniche sono diverse e il risultato si sente”.

 

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