PALERMO – Si sono incontrati e guardati negli occhi. Ma è ancora presto per dire che sono tutti d’accordo. I rappresentanti dei partiti del centrodestra siciliano, ieri pomeriggio, hanno posto le basi per la scelta del prossimo candidato alla presidenza della Regione. Ma oltre alle basi, c’è poco altro. Certamente, una idea: le primarie. E poi, qualche nome, una rosa da cui potrebbe saltar fuori l’uomo giusto.
Alla riunione di ieri hanno preso parte il capogruppo di Forza Italia all’Ars Marco Falcone, il “collega” del Cantiere popolare Toto Cordaro (Pid-Cantiere Popolare), il rappresentante del movimento Diventerà Bellissima Raffaele Stancanelli (Diventerà Bellissima), Gianpiero Cannella per Fratelli d’Italia, Angelo Attaguile per Noi con Salvini, il coordinatore regionale di Azione nazionale Antonio Triolo, e Rino Piscitello a rappresentare i movimenti sicilianisti.
Un passo avanti, certamente. Visto il recentissimo passato che racconta di una vera e propria diaspora. Ma è ancora presto per parlare di una coalizione in grado di esprimersi con una voce sola. Anzi. Anche sullo strumento stesso per selezionare il candidato, ossia le primarie, qualche dubbio c’è ancora. “E’ noto – spiega ad esempio il commissario di Forza Italia Gianfranco Micciché – che il nostro leader Silvio Berlusconi non ami le primarie. Ma stiamo ragionando. Gli alleati ce lo hanno chiesto e ovviamente stiamo lavorando per giungere a regole che soddisfino tutti. Ma credo – aggiunge – che ancora sia presto per ogni considerazione di questo tipo. E che forse è il caso, prima, di capire cosa succederà a livello nazionale”. In realtà, è stato proprio il capogruppo azzurro all’Ars Falcone a presentare la bozza di regolamento. E qualche data per celebrare le primarie c’è già. Qualcuno ha chiesto di far presto, e di svolgerle il 19 marzo, altri hanno chiesto come data quella del 2 aprile, altri ancora il 29 aprile.
E anche su alcuni nodi del regolamento non si è giunti ancora a una intesa. Tra questi, il numero minimo di firme necessarie per la presentazione di una candidatura: se i partiti più grossi propongono di fissare l’asticella a diecimila, i più piccoli chiedono che questa sia posta a 5 mila firme. E ancora, non è stato chiarito quanto, all’interno della coalizione, “peseranno” le singole forze politiche. Di sicuro c’è che nello schema di regolamento si prevede la creazione di un comitato organizzatore formato da tre esponenti per ogni partito e un comitato di garanzia più ristretto che verifichi le procedure relative alla presentazione delle candidature e delle firme stesse.
E i nomi? Anche in questo caso si parte da una certezza. Il 4 febbraio a Caltagirone verrà ufficializzata la candidatura alle primarie di Nello Musumeci: “Quello delle primarie – spiega – è l’unico metodo democratico per giungere a una soluzione condivisa tra i soggetti che non si riconoscono nell’area politica riunita attorno a Crocetta”. E il problema è proprio lì. Perché ad esempio il Cantiere popolare di Saverio Romano ha posto, come unica condizione, quella di poter allargare il fronte anche a forze politiche e civiche che oggi non sono incluse nella coalizione che si è riunita per fissare le regole delle primarie. “E’ buono – ha detto Romano – il metodo delle primarie in Sicilia soltanto se va oltre lo schieramento del centrodestra. Sono contrario a perimetrazioni a tavolino e credo si debba aprire al civismo. Cantiere popolare dice si’ ad una proposta alternativa a Crocetta con uno schieramento largo”. Ma quanto largo? “Non si può – dice Musumeci – recitare in pochi mesi il ruolo del piromane e del pompiere. Come si fa oggi a pensare di aprire la coalizione che si pone come alternativa a Crocetta a chi ancora oggi governa con lui?”. Nemmeno troppo velato riferimento agli uomini del Nuovo centrodestra di Alfano e dei centristi di D’Alia.
I “cuffariani”, invece, potrebbero puntare al nome sempre caldo dell’ex rettore Roberto Lagalla. “Ma per i nomi è presto – dice anche il capogruppo all’Ars Toto Cordaro – certamente più apriamo al centro, meglio è”.
Ma un altro nome, intanto, c’è già. È quello di Gaetano Armao, al quale i movimenti sicilianisti hanno chiesto di “scendere in campo” per la corsa a Palazzo d’Orleans. Ma la candidatura del giurista ed ex assessore al bilancio di Lombardo ha già ricevuto l’endorsement da parte di altri alleati. È il caso del vicecapogruppo all’Ars di Forza Italia, Vincenzo Figuccia: “Ritengo utile – ha detto – aprire un confronto con Armao e con il movimento che lo propone alla presidenza della regione”. E così, ecco che il nome di Armao potrebbe cambiare gli equilibri. Lo stesso commissario di Forza Italia Micciché ammette: “E’ un mio caro amico da sempre – dice – e il suo nome va certamente tenuto in considerazione. Anzi, su una sua candidatura non avrei alcuna esitazione”.
Ma il partito è pronto a schierare anche un proprio uomo, l’eurodeputato Salvo Pogliese: “Sto pensando seriamente all’idea di candidarmi alle primarie – spiega – del resto sono sempre stato affezionato a questo metodo di selezione dei candidati. Io stesso, tanti anni fa, quando ancora sembrava una eresia, ho promosso le primarie per la scelta del candidato sindaco di Catania. In tanti – aggiunge – spingono per una mia candidatura. Sto valutando questa idea, consapevole del fatto che si tratterebbe anche di una delicata scelta di vita”.
Si vedrà nelle prossime settimane. Intanto, si muovono anche le altre forze politiche. Il movimento Noi con Salvini quasi certamente correrà alle primarie con Angelo Attaguile. E Fratelli d’Italia sta riflettendo. Ma su un punto non ha dubbi: “Se avessimo svolto le primarie anche per il sindaco di Palermo – dice il rappresentante dei ‘meloniani’, Giampiero Cannella – avremmo evitato i recenti guai. Allargare ad altre forze? Certamente, ma solo se accettano di restare vicolate al progetto anche dopo le elezioni”. E anche per Fdi circola qualche nome, tra cui quello del sindaco di Mazara del Vallo ed ex presidente dell’Ars Nicola Cristaldi. La corsa per le primarie è appena iniziata.