"False fatture per un residence"| Inchiesta Anas: il capitolo siciliano - Live Sicilia

“False fatture per un residence”| Inchiesta Anas: il capitolo siciliano

Ecco le accuse a Ester Bonafede (nella foto), Carmelo Carrara e agli altri imprenditori. La replica.

PALERMO – Si parte dalla Toscana e si arriva a Sambuca di Sicilia. C’è un capitolo nostrano nell’inchiesta che riguarda l’Anas di Firenze. Il dominus “occulto” della Scae srl, così sostengono gli inquirenti, sarebbe Marcantonio Pinto Vraca definito “persona capace di fare valere la forza dell’intimidazione con metodo mafioso per conseguire un rapporto corruttivo esclusivo con i funzionari Anas Antonio Mazzeo e Roberto Troccoli”. Il primo era direttore compartimentale Anas della Toscana e il secondo direttore amministrativo, entrambi finiti agli arresti nei mesi scorsi.

Carrara, “cointeressato nelle attività imprenditoriali di Scae srl” avrebbe utilizzato l’impresa sia per ottenere commesse dall’Anas fiorentina, ma anche per “ottenere erogazioni pubbliche”. Da qui la contestazione anche dell’ipotesi di truffa aggravata. In particolare Pinto Vraca e Carrara, “godendo di una rete di relazioni politico-istituzionali erano in grado di soddisfare le aspettative di carriera e il futuro trasferimento di Mazzeo e Troccoli”. In cambio avrebbero ottenuto nel 2015 con Scae appalti per dieci milioni di euro dall’Anas fra Firenze, Prato, Grosseto e Fano.

Ester Bonafede è accusata di essersi servita delle “false fatture” emesse da Marcantonio Pinto Vraca e da un altro imprenditore, Gianfranco Recupero, per ottenere finanziamenti pubblici e costruire un residence nell’Agrigentino. Si tratta di somme ottenute a fondo perduto dalla Infrarec per la realizzazione di 26 appartamenti a Sambuca di Sicilia. Carrara e Bonafede avrebbero individuato nell’imprenditore Giuseppe Cassarà, molto noto nel settore turistico e considerato “loro socio occulto”, colui che avrebbe incassato i finanziamenti pubblici per poi appaltare i lavori del residence alla Infrarec.

A dare il via libera ai finanziamenti – due milioni di euro a fondo perduto – fu Spanò, dirigente del Servizio IV incentivi alle aziende del settore industriale del dipartimento Attività produttive della Regione siciliana.

La replica di Ester Bonafede

“Non conosco le persone indagate in questa vicenda, non ho mai intrattenuto rapporti con loro e non conosco i fatti. Sono stata nominata direttore dei lavori per la realizzazione dell’albergo di Sambuca solo a dicembre del 2016, quattro mesi fa. Non conosco il funzionario regionale indagato. Tra l’altro non sono più assessore regionale da circa tre anni”. Lo dice l’architetto Ester Bonafede, ex assessore regionale siciliano, dopo aver appreso di essere indagata dalla procura di Firenze nell’ambito di una inchiesta partita da accertamenti su appalti Anas in Toscana e approdata in Sicilia. In particolare la Bonafede, secondo gli inquirenti, si sarebbe servita di false fatture per ottenere finanziamenti per la costruzione della struttura alberghiera: 31 immobili che si trovano nello storico quartiere saraceno del paese che dovevano essere trasformati, appunto, in albergo diffuso. “Sto proseguendo nel mio incarico per la realizzazione dell’albergo diffuso – conclude Ester Bonafede – I lavori vanno avanti e dovranno concludersi entro luglio”.

 


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