PALERMO – Un coro di maglie nere e maschere bianche si è riunito questo pomeriggio presso l’Area della Ricerca di Palermo, in via Ugo la Malfa, per un flashmob sotto il nome “Precari Uniti CNR”, al fine di dar voce ancora una volta alla problematica di tutto il precariato nel mondo della Ricerca Pubblica, di porre fine alla molteplicità di contratti atipici, e di spingere quindi verso una coscienziosa e inclusiva soluzione. A far scendere in piazza i tanti lavoratori dal futuro sempre più incerto l’imminente approvazione della Riforma Madia da parte del governo, la quale darebbe il via all’inizio di un percorso di stabilizzazione della Pubblica Amministrazione, ma che al tempo stesso non risulta essere realmente applicabile per via di punti oscuri.
In particolare: “Il CNR è costituito da 5000 tempi indeterminati, e 4500 tempi determinati e atipici; – ha spiegato Annalisa Pinsino, tra i promotori del Flash Mob, nonché una del referenti del CNR di Palermo – 50 precari solo nell’area CNR di Palermo. Non abbiamo concorsi, e quindi prospettive di entrata mediante concorso. Molti di noi avevano puntato sul Decreto Madia, mirato a un’ipotetica stabilizzazione. Peccato per un particolare non indiferente, concentrato in una parola chiave: le pubbliche amministrazioni POSSONO, ma non devono. Ciò significa che ci troviamo di fronte a un decreto limitato, rivolto inoltre solamente a chi ha un contratto a tempo determinato. E qui si sa, la maggior parte della gente ha un percorso di precariato che dura da 15-20 anni, e non può non essere presa in considerazione. In altre parole gioverebbero della riforma solo l’1% di quello che è il numero reale. Noi ci sentiamo presi in giro. Siamo stanchi e ci stiamo mobilitando a livello nazionale”. L’urlo di protesta si ripeterà anche domani, dalle 14 alle 15. La manifestazione vede infatti il “sodalizio” dei precari della ricerca da Nord a Sud, senza distinzioni di colore, inquadramento e profilo; in tutte le sedi CNR d’Italia un unico striscione: PRECARI UNITI CNR – IL GOVERNO STA CONDANNANDO A MORTE LA RICERCA PUBBLICA. La protesta proseguirà infine giovedì e venerdì, a Roma.