PALERMO – “Il bando di gara del 2014 era caratterizzato da indebita amplificazione delle compensazioni da corrispondere all’affidatario del servizio in ragione di un inspiegabile raddoppio di talune voci di costo”. Le parole del consulente della Procura di Palermo centrano il cuore dell’inchiesta sul “romanzo della corruzione”, come l’hanno definito i pubblici ministeri. Sono i milioni di euro delle compensazioni a cui gli armatori Morace non erano disposti a rinunciare.
La gara è quella per la gestione dei collegamenti con le isole minori stoppata della dirigente regionale dell’assessorato ai Trasporti, Dorotea Piazza. Ad aggiudicarsela era stata Ustica Lines, nel frattempo divenuta Liberty Lines, dei Morace, proprio come avvenuto negli anni precedenti. Secondo l’accusa, nel 2014 si era verificato un imprevisto. Era cambiato il dirigente. A Salvatrice Severino, sotto inchiesta perché avrebbe predisposto dei bandi su misura per Ustica Lines, era subentrata Dorotea Piazza.
Le “compensazioni” sono i finanziamenti statali che vengono garantiti a chi si aggiudica l’appalto per i collegamenti tra la Sicilia e le isole minori. Non è solo una questione di profitti e libero mercato. Ustica Lines doveva garantire un servizio di pubblica utilità accollandosi la gestione di tratte antieconomiche, ma necessarie. Lo Stato ne teneva conto ed erogava le compensazioni. Sul punto il gip Marco Gaeta – che ha emesso l’ordinanza che ha portato in carcere Ettore Morace e ai domiciliari il deputato regionale Girolamo Fazio – scrive: “A fronte di una pretesa superiore ai 16 milioni di euro avanzata da Ustica Lines la dirigente ha liquidato in favore della società del comandante Ettore Morace un importo di soli 844.000 euro per il lotto relativo alle isole Eolie e 946 per le isole Egadi”.
È stata la dirigente Piazza a spiegare ai pubblici ministeri Luca Battinieri e Francesco Gualtieri, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Bernardo Petralia che il conto per la Regione siciliana è stato meno salato “in quanto sono state epurate le voci di costo ritenute afferenti alle spese generali di organizzazione”. Voci che sarebbero state gonfiate. Le frasi del burocrate hanno obbligato i carabinieri di Palermo e Trapani ad acquisire la documentazione dei bandi di gara e delle aggiudicazioni antecedenti al 2014 che hanno contribuito all’oligopolio dei Morace. Un oligopolio raggiunto, così sostengono gli inquirenti, grazie a una rete di favori e collusioni con politici nazionali e regionali.