Migranti, il sindaco di Cinisi: | "No all'affare dell'integrazione" - Live Sicilia

Migranti, il sindaco di Cinisi: | “No all’affare dell’integrazione”

Il primo cittadino Giangiacomo Palazzolo: "Soldi spesi male".

Nel Palermitano
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PALERMO – Non vuole passare per razzista – “non lo sono” – ma “questa non è integrazione”. A parlare è Giangiacomo Palazzolo, sindaco di Cinisi. È nel paesino in Provincia di Palermo che si accende una nuova polemica sulla gestione degli immigrati. “I soldi per l’accoglienza – aggiunge – sono stati spesi quanto meno male. Diventa complicato spiegarlo a quelle famiglie di Cinisi che non hanno i soldi per comprate il latte ai propri figli”. Guai, però, aggiunge il primo cittadino, a far sì che scoppi una guerra fra poveri, ma il sistema  al collasso: “Non  è così che si fa una buona politica dell’immigrazione”.

Barricate in un centro di accoglienza per extracomunitari, con due bambini rimasti chiusi in un asilo contiguo per cinquanta minuti e l’intervento dei carabinieri che ha riportato la calma. È l’ultimo atto di una situazione di tensione che da mesi vede al centro delle polemiche una struttura di accoglienza per minori a Cinisi. Si tratta di un centro in cui, secondo il sindaco Giangiacomo Palazzolo, troverebbero ospitalità anche maggiorenni: “Il problema non sono i migranti, ma chi riceve i soldi per progetti di accoglienza che non vengono messi in atto”, sono le parole del primo cittadino.

Al centro della diatriba c’è l’Opera Pia Collegio di Maria, che gestisce due centri di accoglienza per minori extracomunitari e un asilo, tutti nella piazza centrale del paese. Le dichiarazioni di Palazzolo prendono le mosse da quanto accaduto giovedì, quando alcuni dei 17 ragazzi hanno inscenato una protesta per il mancato ottenimento dei pocket money, una piccola somma che viene data ai migranti ogni settimana. 

“Secondo quanto mi raccontano i testimoni – spiega Palazzolo – i migranti avrebbero aspettato l’entrata di due bambini nell’asilo, che si trova nello stesso stabile, e si sarebbero barricati all’interno per cinquanta minuti. Solo l’intervento dei carabinieri ha riportato le cose alla calma, scongiurando il peggio”. I militari hanno informato la procura dei minori, che ha competenza sugli ospiti del centro di accoglienza.

Quello dell’Opera pia di Cinisi, infatti, è riconosciuto come centro per minori, ma su questo punto Palazzolo solleva dubbi: “I ragazzi che arrivano si dichiarano minorenni perché scatta un meccanismo di protezione legale nei loro confronti”. Ma secondo il sindaco “molti sono maggiorenni”. “E’ una situazione conosciuta da tutti in città, inclusa l’Opera Pia – prosegue Palazzolo -. Ma non lo dicono, perché prendono 45 euro al giorno per migrante, circa 23mila euro al mese, per progetti di inserimento dei minori. Il problema – precisa ancora Palazzolo – non sono i migranti che dichiarano il falso per necessità, ma i soldi che lo Stato dà al Comune di Cinisi e che dal Comune passano all’Opera pia, che dovrebbe mettere in atto progetti di integrazione per minorenni. Nel migliore dei casi questi soldi sono usati male – denuncia il sindaco di Cinisi -, non si possono fare progetti per minori con persone di più di venti anni”.

Palazzolo si dice “scombussolato” per gli eventi di giovedì, e annuncia di aver messo a punto un provvedimento per allontanare i “finti minori” dal centro di accoglienza dell’Opera Pia e spostarli in un’altra struttura. Ma non ci sta a essere tacciato di razzismo: “Sono anche disposto a spostare quelle persone in albergo, per dimostrare che non sono loro il problema. Chi vuole fare politica dell’immigrazione si trova in difficoltà e viene lasciato solo dallo Stato, anche ad affrontare problemi di ordine pubblico”.

La rabbia di Palazzolo è rivolta soprattutto alla Regione, da cui dipende l’Opera Pia Collegio di Maria, guidata da un commissario: “Ho chiamato l’assessore alla famiglia, Carmencita Mangano, per chiederle di essere messo in contatto con il commissario, ma non ho avuto risposte. Sono in costante contatto con i carabinieri e con la prefettura, ma è indegno che l’assessore non si interessi dello stato di salute di quei bambini e di quei ragazzi che ‘impazziscono’ nelle strutture di accoglienza a far nulla”.

 

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