Il primario e l'inchiesta per abusi | Choc e incredulità a Villa Sofia - Live Sicilia

Il primario e l’inchiesta per abusi | Choc e incredulità a Villa Sofia

L'ospedale Villa Sofia di Palermo

Personale e pazienti spiazzati dalle accuse di violenza sessuale a carico di Biagio Adile.

PALERMO – Sono tre stanze, disposte in un corridoio lungo quattro metri. Il reparto di uro-ginecologia di Villa Sofia è piccolo, troppo piccolo, sostengono le pazienti abituali che aspettano il loro turno, perché qualsiasi avvenimento strano possa passare inosservato. Il primario del reparto Biagio Adile è da questa mattina agli arresti domiciliari con l’accusa di avere violentato una paziente. Accusa documentata, secondo la ricostruzione degli inquirenti, da un video girato dalla stessa donna di 29 anni che ha denunciato il primario. Ma tra i pazienti regna un sentimento di incredulità. Tra i corridoi del reparto si circola in silenzio, anche se le visite vanno avanti normalmente con i due medici che affiancano Adile nella gestione delle visite. Una signora arriva con una ricetta in mano e chiede del primario, scomparendo dietro una porta a vetri. Nessuno tra il personale sanitario dell’unità diretta da Adile parla, ma sono gli infermieri di altri reparti a dare voce al disagio che circola da questa mattina a Villa Sofia: “Io ci ho lavorato per più di dieci anni – dice un’infermiera – e il dottore ha sempre avuto un comportamento professionale, più che irreprensibile. Non gli ho mai visto o sentito fare battute o allusioni, né tantomeno allungare le mani o approfittare della sua posizione”.

Chi in queste ore ha modo di entrare in contatto con il personale del reparto racconta di persone stupefatte e di una famiglia su cui è caduta una disgrazia. Non solo per il comportamento di Adile, l’ultima persona che, dicono, si sarebbe associata a una storia del genere. Ma anche per le implicazioni dell’accusa di violenza sessuale mossa al dirigente. Secondo le procedure interne dell’unità, infatti, l’unico momento in cui la paziente resta sola con il primario è al momento dell’anamnesi, il colloquio attraverso cui il medico raccoglie informazioni per capire come intervenire. Ma la struttura è troppo piccola, ripete ancora chi ha modo di accedervi, perché un avvenimento strano possa passare inosservato. In tutte le altre fasi della visita è sempre presente, oltre al primario, anche un’infermiera, che dunque avrebbe potuto notare qualsiasi comportamento non professionale. Un fulmine a ciel sereno, dunque, per le pazienti e per il personale, che hanno appreso la notizia solo dalla stampa. Nel primo pomeriggio l’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello ha comunicato il provvedimento di sospensione a carico del dottor Biagio Adile dopo aver ricevuto dall’autorità giudiziaria conferma della notizia.


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