PALERMO – Antonino e il padre Salvatore stanotte hanno dormito in macchina. E’ posteggiata a pochi metri dal magazzino che avevano trasformato ad abitazione e che nel pomeriggio di ieri è andato a fuoco (Clicca qui per guardare il video dell’incendio). Quei venti metri quadrati sono letteralmente finiti in fumo, sulla strada ed oltre la saracinesca ci sono solo cumuli di cenere e parti di arredi divorati dalle fiamme. A distanza di alcune ore, l’aria è ancora irrespirabile in via Gioiamia, nel cuore del centro storico.
Lungo quella stretta strada del Capo che porta in via Papireto, si respira il dolore di due uomini disperati: “Qui dentro c’era la nostra vita, abbiamo perso tutto”. A parlare con le lacrime agli occhi è il figlio, 46 anni. Anni fa ha realizzato un altare per Santa Rosalia, da sempre esposto all’esterno del vecchio box e tappa della processione che ogni anno sfila in occasione del Festino: “E’ andato distrutto anche quello, ma siamo certi che è stato grazie anche alla nostra patrona che siamo riusciti a salvarci”. Toni e l’anziano padre di 84 anni sono infatti riusciti a mettersi in salvo, ieri, nonostante la saracinesca fosse chiusa e il fumo si fosse diffuso in pochi secondi dentro il piccolo locale: “Io mi ero allontanato un attimo – racconta – quando sono tornato ho trovato l’inferno. Mio padre è riuscito a chiedere aiuto e due persone che consideriamo adesso due angeli gli hanno dato una mano”.
Salvatore Pace si muove infatti con difficoltà, quando si è reso conto di ciò che stava accadendo ha cominciato ad urlare con tutte le sue forze: “Un ragazzo che abita qui di fronte, Salvo Passalacqua, è sceso di corsa ed ha sollevato la saracinesca – dice – così mi ha permesso di uscire. Ad aiutarmi anche un altro uomo che poi si è allontanato, vorrei incontrarlo per ringraziarlo. Mi ha salvato la vita e gli sono immensamente grato”.
A provocare le fiamme che hanno ucciso il cane che viveva con loro, sarebbe stato un cero acceso proprio per Santa Rosalia: “Forse è caduto per terra e le fiamme hanno poi avvolto tutto – spiega Toni Pace -. Non abbiamo più niente, dopo essere stati sfrattati avevamo portato ogni cosa in questo magazzino che avevamo diviso in due piani. Sopra si trovava il mio letto, sotto quello di mio padre. Sono andati distrutti anche gli armadi coi vestiti, qualcuno ci ha prestato due giubbotti e ci ha offerto da mangiare, ma siamo davvero in una situazione terribile”.
Venti metri quadrati chiusi da una saracinesca, diventati abitazione circa dieci anni fa. Salvatore Pace era già vedovo ai tempi, e insieme al figlio, da allora, è cominciato un lunghissimo periodo di sopravvivenza: “Mio padre percepisce una pensione – spiega Toni – l’unica entrata economica che abbiamo. Io sono disoccupato, dopo anni ed anni tra lavoretti saltuari, mi ritrovo di nuovo senza un’occupazione. Chiedo l’intervento dei servizi sociali, l’importante è che venga trovata una soluzione almeno per mio padre, io me la caverò. Vorrei ricostruire l’altare per Santa Rosalia, vorrei che questo posto tornasse come prima”.
Sul posto, sin da subito, si è recato il consigliere comunale Ottavio Zacco: “Stiamo cercando una soluzione per entrambi, nel frattempo ho chiesto alla Rap un intervento urgente per la rimozione dei resti andati bruciati e che si trovano oggi ancora in strada. I signori Pace avrebbero dovuto sborsare di tasca propria dei soldi per farli rimuovere da una ditta privata, ma non possono permetterselo. Per questo l’Assessorato all’Ambiente ha già autorizzato l’intervento che sarà eseguito a breve”.